Renzo Ulivieri è intervenuto durante la trasmissione Radio Goal, in onda su Radio Kiss Kiss Napoli tra le 13 e le 16. L’attuale Presidente dell’Associazione Italiana Allenatori ha parlato della roboante vittoria di domenica del Napoli contro la Lazio. Di seguito le sue considerazioni:
“Domenica allo stadio Maradona lo Spallettismo ha battuto il Sarrismo. Contro la Lazio ho visto un super Mertens. In campo si è visto chiaramente che il calciatore aveva bisogno di giocare, di mettere minuti nelle gambe, dopo un inizio di stagione trascorso a riprendersi dall’infortunio”.
Elogio a Spalletti per la gestione del gruppo: “Questo Napoli è frutto del grande lavoro di Luciano Spalletti che si sta dimostrando un grande gestore. La bravura e l’impresa di Spalletti sta nel coinvolgere tutti i calciatori. Fino ad ora non ho sentito nessun mugugno da parte di nessun calciatore del Napoli ed il merito è tutto suo. Due esempi su tutti sono Rrahmani e Lobotka che con Gattuso praticamente non giocavano mai. Questi due calciatori hanno avuto l’intelligenza di seguire Spalletti”.
Serie A campionato per grandi allenatori: “Il nostro campionato a detta di tutti non è di alto livello, ma dal punto di vista del gioco e delle difficoltà tattiche noi siamo senza alcun dubbio il campionato più complicato. I nostri allenatori, quelli italiani sono i più bravi. Anche per gli stranieri giocare in Serie A permette loro di poter diventare un ottimo allenatore come Juric e Mihajlovic. In rampa di lancio ci sono Shevchenko e Thiago Motta”.
Empoli fucina di grandi allenatori. Ecco la spiegazione di Ulivieri: “L’Empoli ti forma a fare l’allenatore, ma anche a fare il dirigente. Le ristrettezze economiche ci sono, ma l’obiettivo è iniziare il campionato con un giocatore che vale ad esempio 8 e a fine stagione lo stesso calciatore dovrà valere 9 o 10. Chi viene ad allenare con queste idea è da Empoli, mister ‘lavoratori’ li definirei io”.
Chiusura sul caso plusvalenze: “Il calcio ha bisogno di riforme, il caso non riguarda solo la Juventus. Uno dei motivi per i quali i campioni non giocano più in Serie A è perché non siamo in grado di gestire le risorse, in questo devo dire che i club all’estero sono più bravi“.
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