Stavolta il calcio, la partita, la classifica viene dopo. Così scrive Ivan Zazzaroni sul Corriere dello Sport nel suo commento all’ignobile striscione dei tifosi del Verona: “Qualcuno – oltretutto firmandosi – ha deciso di oltrepassare un limite che ritenevamo invalicabile, quello del male assoluto. Per cui penso che la cosa non possa essere risolta con la classica parentesi di web-indignazione o con una multa del giudice sportivo. Non si tratta più di tifo, ma di estremismo. E l’estremismo non sollecita la risata, anche la più idiota. È benzina sul fuoco della violenza. È violenza chiamata, cercata.
La presa di distanza del Verona è stata tanto opportuna quanto debole poiché generica. Nessun riferimento allo striscione e a chi se l’è attribuito. Conosco il presidente Maurizio Setti da molti anni, lo considero un amico, ma conosco anche il nostro calcio, le relazioni spesso non volute, subite, che lo complicano e lo insudiciano: so che è un mondo governato dalla paura e la paura è la camera oscura dove si sviluppa il negativo”.
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