| Sport
Il tecnico della Cremonese, Davide Nicola, commenta la prestazione della sua squadra dopo la partita contro l’Udinese, sottolineando l’importanza dei punti conquistati e il lavoro sui giovani.
La settima giornata della Serie A 2025/26 entra nella storia, purtroppo per motivi poco entusiasmanti: con l’1-1 tra Cremonese e Udinese, il totale delle reti segnate nelle dieci partite del weekend si ferma a soli 11 gol, un record negativo mai registrato nel campionato a 20 squadre. Quattro partite finiscono senza reti – Lecce-Sassuolo, Pisa-Verona, Genoa-Parma e Atalanta-Lazio – confermando come lo spettacolo offensivo latiti. L’unico match con almeno tre gol è stato Milan-Fiorentina 2-1, più noto per le polemiche arbitrali che per la qualità del gioco.
Il dato negativo non è casuale e si inserisce in un trend preoccupante: il record precedente era di 13 gol, raggiunto in varie giornate tra il 2004/05 e la stagione 2022/23. Stavolta, però, la cifra è ancora più bassa, sottolineando una difficoltà generale delle squadre a produrre occasioni e finalizzare le proprie azioni.
Diversi fattori spiegano questa penuria offensiva. In primis, la natura degli scontri: molti erano match tra squadre in lotta per la salvezza o tra formazioni di alta classifica, contesti in cui prevale la prudenza. La paura di perdere sembra dominare, più della voglia di vincere, portando a un calcio attendista e poco spettacolare. Anche l’arbitraggio influisce: fischi frequenti, interruzioni continue e una gestione dei falli spesso favorevole alle difese spezzano il ritmo delle partite e penalizzano chi vuole proporre gioco offensivo.
Un altro elemento è l’influenza dei modelli tattici attuali: diversi allenatori di squadre di vertice puntano sulla compattezza difensiva e sulla gestione attenta del possesso palla. La cura della fase difensiva diventa una scelta consapevole, preferita alla ricerca immediata del gol, come mostrano le scelte tattiche di squadre come Roma, Inter e Juventus.
Ma non mancano eccezioni: il Bologna di Italiano e il Como di Fabregas mostrano un calcio più propositivo, con risultati che li collocano nelle posizioni di vertice, a ridosso della zona Champions. L’Inter, miglior attacco con 18 reti in 7 giornate, dimostra che segnare tanto non garantisce automaticamente il successo, come confermato dal confronto con lo scorso anno, quando la squadra di Conte vinse lo scudetto grazie a una difesa impenetrabile, nonostante avesse segnato meno dell’Inter di Inzaghi.
Storicamente, i livelli odierni non raggiungono le estreme magre degli anni ’60 e ’70, quando con campionati a 16 squadre si registravano medie di 0,75 gol a partita, ma il dato odierno deve suonare come un monito: il calcio spettacolo fatica a imporsi in Italia, e la Serie A rischia di apparire più prudente che divertente. Se la tendenza non cambia, tifosi e appassionati dovranno prepararsi a una stagione dove la difesa domina il gioco e i gol restano merce rara.
| Sport
| Sport
| Sport
| Sport
| Sport
ONLY RADIO S.R.L. – P.IVA 05295650633