Sarri e Mazzarri rappresentano il passato ed il presente del Napoli. In comune hanno un grande amore per squadra e città oltre ad esser entrambi toscani. Il loro calcio, storicamente, è quasi agli opposti: Maurizio Sarri è iscritto per diritto acquisito alla categoria dei giochisti, Walter Mazzarri a quella dei risultatisti anche se in passato ha cercato di dimostrare – spesso a ragione – che le sue squadre giocavano e divertivano proponendo la difesa a tre e uno sviluppo in contropiede che poteva diventare letale. L’attuale allenatore del Napoli, se vogliamo rappresenta la versione “primordiale” di Simone Inzaghi. Queste due filosofie completamente opposte domenica pomeriggio si affronteranno all’Olimpico. Entrambe con l’obbligo di fare punti Champions nonostante la Lazio e il Napoli abbiano dovuto spendere energie psico-fisiche nelle finali di Supercoppa. Il Napoli è arrivato alla finalissima travolgendo la Fiorentina e imponendo di nuovo la legge della difesa e contropiede. Filosofia che riproporrà anche contro i biancocelesti. Molto probabile che il Napoli anti Lazio si schieri ancora con il 3-4-3 che aveva consentito agli azzurri di calare un bel tris contro la Fiorentina e di imbrigliare l’Inter fino al penultimo minuto di recupero nonostante l’espulsione di Simeone. Sarri, dalcanto suo, cercherà di tener fede all’interpretazione che più gli sta a cuore del 4-3-3, ovvero possesso palla e trame strette dei passaggi per mettere in condizione Immobile di trovare la via del gol. Una sfida tra due tecnici esperti che tanto hanno dato e tanto hanno preso dalla loro esperienza a Napoli. Due nomi che, a prescindere dal risultato di domenica, resteranno indelebili nel cuore dei tifosi napoletani e nella storia del club azzurro.
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