L’ex maestro di calcio totale Louis Van Gaal è oramai il più incallito degli italianisti, e nemmeno degli italianisti evoluti: la sua Olanda, che lui definisce più forte di quella che nel 2014 issò sul podio (“Insomma…”, obietta l’atalantino De Roon), ha fatto tre gol e arraffato quattro punti con tre tiri in porta, senza una traccia di gioco e in questo caso anche con parecchia fortuna, visto che l’Ecuador è ancora lì che rimugina sul gol annullato a Estupiñan (fuorigioco passivo di Preciado) e sulla traversa scossa da Plata. L’Olanda s’è fatta dominare dai sudamericani ma era stata inferiore pure al Senegal, però la qualificazione è a un passo: le basterà battere lo sgangherato Qatar, ma potrebbe essere sufficiente persino un pareggio. Non si capisce dove Van Gaal voglia andare a parare. Si dichiara candidato al titolo ma in campo esprime il nulla, se non la tenuta di una difesa di uomini forti (dalla quale ha fatto fuori De Ligt, cui non piace giocare a tre), le parate di un portiere sbucato dal nulla e i colpi di Gakpo, che ha segnato anche ieri, stavolta con uno splendido sinistro dal limite. Ma poi? Poi niente? “Però non è Van Gaal che ci dice di stare tutti dietro, siamo noi che non riusciamo a giocare”, spiega De Roon. L’Ecuador ha sballottato gli olandesi, che hanno passato l’intera partita alle corde pur riuscendo a incassare il solo gol di Valencia (botta di Estupiñan, respira di Noppert, tap in), il quale ha aggiunto questa rete alla doppietta al Qatar diventando capocannoniere della Coppa.
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