Ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli, nell’appuntamento odierno di Radio Goal, è intervenuto Giorgio Perinetti, storico ed esperto direttore sportivo.
Queste le sue dichiarazioni.
RAIOLA E BERGKAMP – “Innanzitutto, permettimi di associarmi agli auguri di pronta guarigione a Mino (ricoverato d’urgenza al San Raffaele di Milano, nda). Mi ricordo che una delle sue prime trattative la fece quando ero al Napoli e mi propose Bergkamp, con tanto di contratto che conservo gelosamente. Avevamo affittato una villa a Capri per convincere il suo agente che, per Dennis, Napoli era la destinazione migliore. Era tutto fatto ma era allora molto giovane senza dimenticare le sue difficoltà nel viaggiare e non era ancora pronto per avventure di quel tipo“.
INSIGNE – “Il calcio di oggi, volente o nolente, è questo. C’è difficoltà a mantenere determinati rapporti con le società con i giocatori più forti in scadenza. Le società fanno bene a dare i loro parametri. Penso che sarà una consuetudine che si consoliderà. Questo dispiace per i tifosi e per quello spirito che caratterizzava i giocatori bandiera. Non possiamo più ricordare i tempi di Totonno Juliano ma adeguarsi ad altre cose“.
ATTACCANTI NON ITALIANI -“Dai uno sguardo alle squadre Primavera e vedi quanti italiani vi giocano. Questo è un problema. Poi, dopo, dobbiamo ovviamente sentire Mancini lamentarsi che non ha attaccanti Tanto per fare un esempio di allora, Pruzzo, capocannoniere per 2 anni, non andò ai Mondiali (1982 nda). Oggi, la situazione è diversa e bisogna prenderne atto. Bisognerebbe lavorare per fare qualcosa di diverso“.
MODALITA’ E PUBBLICITA’ – “Potremmo anche fare fatica ad abituarci a questo ma i regolamenti prevedono che un giocatore in scadenza possa prendere un impegno in corso d’opera per l’anno successivo e lui ne approfitta, da un punto di vista puramente normativo. Ne consegue tutta una serie di situazioni sul lasciare il posto dove sei e abbracciare il posto dove andrai E lì ognuno ha le capacità e la sensibilità di gestire questo tipo di situazioni. Comunque, la sostanza rimane quella: lascia il Napoli e va a Toronto. Quella, poi è una lega di crescente importanza e farà altri colpi in futuro. Il nostro è un campionato sempre più combattuto ed interessante sotto certi aspetti ma, certamente, sul piano dell’attrattiva, non rientra nei piani dei giocatori importanti“.
PELLEGRI, ZERBIN E GATTI – “Su Pellegri, sul voci che lo vogliono al Torino, Juric, forse, è l’unico allenatore che lo può rimotivare e rimodellare. Arrivato prestissimo al grande calcio, suscitò l’interesse dell’Inter e della Juventus ma gli fu soffiato dal Monaco. Purtroppo, questo ragazzo ha avuto una serie di infortuni incredibili che hanno segnato la sua carriera, all’inizio, quando doveva esplodere. questo ragazzo deve trovare continuità, stabilità e salute. Dopodiché, ha ancora il tempo per diventare un calciatore di livello per la Nazionale. Zerbin, nelle ultime stagioni, sta facendo molto bene. Era partito un po’ in sordina però, adesso, si sta imponendo. Gatti è un’intuizione felice di Angelozzi (direttore dell’area tecnico-operativa del Frosinone, nda). I talenti ci sono. Basta avere la pazienza di cercarli e dar loro la fiducia giusta che, invece , concediamo con troppa facilità a stranieri improbabili. Quando vedo le Primavera zeppe di stranieri, mi si stringe il cuore.”
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