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Sofia Raffaeli ha ottenuto la medaglia di bronzo nel concorso generale ai Mondiali di Ginnastica Ritmica di Rio de Janeiro, segnando un altro importante traguardo nella sua carriera.
La vigilia del Mondiale di pallavolo femminile in Thailandia porta con sé entusiasmo e responsabilità per l’Italvolley. A suonare la carica è la capitana azzurra Anna Danesi, che in un’intervista ad Adnkronos ha raccontato aspettative, obiettivi e anche un po’ della sua vita fuori dal campo.
“Per i Mondiali ci sono buone sensazioni. Dopo le Olimpiadi e la Nations League, tutti vogliono un successo e noi siamo le prime. Non ci nascondiamo”, ha detto la centrale azzurra, 29 anni, punto di riferimento del gruppo guidato da Julio Velasco.
Danesi ha sottolineato come ogni competizione vada affrontata senza dare nulla per scontato:
“Ogni competizione è una pagina nuova, tutta da scrivere. Quanto fatto in passato è stato difficile. Non è scontato vincere l’oro alle Olimpiadi e non lo è conquistare due Nations League consecutive. Il Mondiale non sarà una passeggiata, ma siamo cariche”.
E a proposito del trionfo di Parigi, aggiunge: “Sono sincera, in questi mesi non ci abbiamo pensato ed è merito di Velasco. Ci ha messo in testa di non farlo, a volte quasi ci dimentichiamo che sia successo. Forse realizzeremo l’impresa tra un po’. L’oro non è una pressione in più, ma ci aiuta. Se siamo riuscite a fare quello, niente è impossibile. Può essere utile tenerlo a mente in qualche momento di difficoltà”.
Sul nuovo peso della fascia, la centrale ha ammesso: “Che era un pazzo. Non lo conoscevo ancora bene, ma sono contenta. Forse aveva visto in me qualcosa che andava oltre il mio atteggiamento in campo. Di solito sono molto tranquilla”.
Essere leader, spiega, significa anche trasmettere subito la mentalità giusta:
“È un ruolo importante. La difficoltà del Mondiale starà nel far capire alle mie compagne l’importanza di partire subito forte, senza lasciare set indietro. Dovremo essere brave a imporci a modo nostro fin dai primi turni, anche contro squadre meno forti. Senza abbassare la guardia”.
Grande merito, secondo Danesi, va al ct Julio Velasco:
“Ci ha tolto diverse responsabilità e rese consapevoli della nostra forza. Il consiglio vincente? ‘Tenete fuori tutte le cose uscite sul gruppo e che in passato hanno creato problemi’. Ha funzionato, l’importante ora è stare bene in campo”.
E ricorda un episodio recente:
“Proprio in uno degli ultimi allenamenti, ci ha detto che noi donne pensiamo in maniera eccessiva agli errori, diamo troppa importanza alle cose sbagliate e non dovremmo perché c’è ogni volta la possibilità di riscattarsi. Ecco, un paio di minuti dopo io e Myriam (Silla) abbiamo sbagliato una giocata e i nostri sguardi si sono incrociati, come a dire: ‘Abbiamo sbagliato di nuovo, che pa…’. Poi abbiamo cominciato a ridere: ‘Per fortuna che ci ha appena detto di non dar peso agli errori’. In questo è un allenatore eccezionale, trasmette serenità”.
Non solo sport: Danesi ha recentemente completato la sua terza laurea, in Psicologia, dopo quelle in Scienze motorie e Scienze dell’alimentazione. Un percorso non facile:
“Le prime erano state più piacevoli, stavolta non ce la facevo più. Avrei voluto chiudere tutto e andarmene. Diciamo che ho continuato a studiare anche per la mia famiglia, i miei genitori hanno grande considerazione del percorso extrasportivo ed è un aspetto importante. Noi giocatrici ci alleniamo tanto, ma abbiamo anche molto tempo libero ed è giusto riempirlo con attività formative. E poi, negli anni lo studio è diventato abitudine. I libri mi hanno aiutata a staccare il cervello dalla pallavolo”.
Sul futuro, scherza: “Al momento non è prevista una quarta laurea. Forse farò solo qualche altro corso. Mi servivano dei crediti per insegnare educazione fisica nelle scuole e adesso siamo a posto. Può essere un’idea per il futuro”.
Nota per la sua abilità sotto rete, Danesi non si accontenta: “Spero di sì. Sui social gira dall’anno scorso un video della finale olimpica, in cui muro una pipe. Mi è spuntato nel feed di Instagram pochi giorni fa e ammetto di averlo rivisto forse una cinquantina di volte. Sono momenti indimenticabili”.
L’augurio, per lei e per l’Italvolley, è che in Thailandia possa arrivare un altro momento da salvare e riguardare.
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