Addio a James Senese, leggenda del Neapolitan Sound

James Senese, sassofonista e voce storica del Neapolitan Sound, è morto a 80 anni a Napoli per un’infezione polmonare. Fondatore degli Showmen e dei Napoli Centrale, ha segnato la musica italiana con il suo sax e le collaborazioni con Pino Daniele, portando il suono e l’anima di Napoli nel mondo.

È morto a 80 anni James Senese, sassofonista, cantante e figura storica della musica napoletana. Il musicista si è spento all’Ospedale Cardarelli di Napoli, dove era ricoverato in terapia intensiva per un’infezione polmonare. Le sue condizioni erano state definite “critiche” già da alcuni giorni. Da tempo Senese affrontava problemi di salute e si sottoponeva a dialisi periodiche. A dare la notizia della sua scomparsa è stato l’amico e collega Enzo Avitabile.

Nato a Napoli nel 1945, da madre napoletana e padre afroamericano — un soldato statunitense arrivato dopo lo sbarco degli Alleati — Senese era cresciuto nel quartiere popolare di Miano. “Figlio ’e guerra”, come amava definirsi, aveva iniziato a lavorare da giovanissimo, alternando mestieri umili prima di scoprire il sax, lo strumento che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita. L’illuminazione arrivò ascoltando John Coltrane: “All’inizio non capivo, poi mi sono svegliato dal sonno e mi sono innamorato”, ricordava.

Negli anni Sessanta fondò insieme a Mario Musella gli Showmen, gruppo R&B che portò al Festival di Sanremo del 1969 brani come Mi sei entrata nel cuore e Tu sei bella come sei. Dopo lo scioglimento del gruppo e la breve esperienza con gli Showmen 2, nel 1975 Senese diede vita ai Napoli Centrale, insieme al batterista Franco Del Prete. La band cambiò la storia della musica partenopea: testi in dialetto, radici popolari e un suono inedito che mescolava jazz, funk e tradizione. Brani come ‘Ngazzate nire, Campagna e Napule t’è scetà diventarono manifesto di una nuova identità musicale.

Con i Napoli Centrale, Senese offrì una voce alla Napoli operaia e ai suoi quartieri, raccontando il Sud con realismo e orgoglio. Negli anni Ottanta tornò alla ribalta collaborando con Pino Daniele, che lo volle nella sua storica band accanto a Tullio De Piscopo, Rino Zurzolo, Joe Amoruso ed Ernesto Vitolo. Il suo sax accompagnò album fondamentali come Terra mia e Nero a metà, contribuendo a definire il cosiddetto Neapolitan Sound.

Negli ultimi anni aveva continuato a esibirsi, alternando tour con i riformati Napoli Centrale e lavori solisti come ‘O sanghe. La morte della moglie Rina, tre anni fa, lo aveva colpito profondamente, ma non aveva mai smesso di suonare.

James Senese lascia un’eredità musicale immensa: la fusione tra il ritmo del jazz americano e il cuore di Napoli, la voce di chi seppe trasformare il dolore in arte e il quartiere in poesia.

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