Il Napoli, nella sua storia recente, non è mai andato così vicino alla conquista dello Scudetto come nella stagione 2017/2018. Era la squadra di Maurizio Sarri. Una formazione base che il popolo partenopeo aveva imparato a pronunciare a memoria, come un salmo domenicale: Reina, Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam (Mario Rui); Allan, Jorginho, Hamsik; Callejon, Mertens, Insigne. Insomma, il Napoli dei record. Un undici che, dopo aver espugnato la casa della Juventus grazie ad uno stacco imperioso di Koulibaly, era lanciatissimo verso uno storico Scudetto. Il competitor era proprio la Juventus, la squadra degli “enne” tricolori di fila. Corsa a due, come un duello rusticano. Il 29 aprile 2018, il calendario mette di fronte Fiorentina e Napoli. Non c’è storia, sulla carta, per livello tecnico e motivazioni. Tutto lascia presagire ad un’altra vittoria per gli azzurri. Nessuno aveva considerato un particolare: Inter-Juventus, in programma il giorno prima. Il Napoli è a Firenze, nell’albergo che ospita gruppo squadra e staff. Un albergo che ospitava le stelle partenopee, pronte a brillare verso il Tricolore. In tv danno il match tra nerazzurri e bianconeri: impossibile non guardare la partita, trattenendo il fiato. Juve in vantaggio al quarto d’ora, poi la rimonta dell’Inter (2-1) in inferiorità numerica. E’ la partita del mancato secondo giallo allo juventino Miralem Pjanic: un errore dell’esperto direttore di gara, Orsato, che condizionerà l’esito nel match e, presumibilmente, dell’intero campionato. La Juventus rimonterà ancora una volta e porterà a casa i tre punti. Nell’albergo di Firenze iniziarono a spegnersi le stelle e ad accendersi i nervosismi. L’albergo divenne a zero stelle. Il giorno dopo, il primo a farne le spese fu Koulibaly: espulso dopo soli 6′ di gioco, costrinse la squadra a rivedere l’approccio alla gara. I meccanismi sparirono tutti, non funzionò nulla. Funzionò solo Simeone, autore di una tripletta che rispedì il Napoli a casa con zero punti. Maurizio Sarri, al termine della stagione, dirà: “Noi abbiamo giocato contro la Fiorentina con la morte nel cuore, il contraccolpo c’è stato, direi che lo scudetto l’abbiamo perso in albergo a Firenze”. Lo scorso luglio, ha aggiunto: “Chi ha vissuto quella notte sa a cosa mi riferivo, quando sono salito in camera ho visto giocatori piangere per le scale: c’è stato un contraccolpo feroce, come se fosse finito un sogno dopo quegli episodi discutibili”. L’epoca di Sarri finì al termine di quella stagione, così come quella di Reina, il leader carismatico del gruppo. Per troppi mesi, anni, il Napoli non ha avuto più un Comandante. Gli azzurri l’hanno ritrovato proprio all’inizio di questa stagione: è Kalidou Koulibaly. Parola di Luciano Spalletti: “Abbiamo un Comandante che è Koulibaly. È un calciatore che è roba tosta, è roba forte”. Tosto e forte, proprio come dovrà essere il Napoli domani a Firenze.
di Diego De Luca
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