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L’allenatore del Pisa, Alberto Gilardino, commenta la prestazione della sua squadra dopo la sconfitta 2 a 0 contro l’Inter, sottolineando il rammarico per le occasioni non sfruttate e l’importanza dell’atteggiamento del gruppo.
Francesco Totti è stato il protagonista della prima puntata di Legends Road, il format di DAZN condotto da Pierluigi Pardo. In questa intervista, Totti si racconta tra aneddoti, ricordi e riflessioni sulla sua carriera e sulla città di Roma, sottolineando il suo legame unico con la squadra giallorossa e i suoi tifosi.
Francesco Totti ha sempre rappresentato molto più di un semplice calciatore per la città di Roma. Nel corso dell’intervista, Totti spiega come Roma sia una città difficile da descrivere, fatta di amore e sofferenza, ma anche di passione e appartenenza. Per lui, Roma è stata tutto: destino, scelta e promessa mantenuta. Totti racconta di come sia difficile per lui vivere la città in modo anonimo, anche solo per andare a correre o portare il figlio al parco. La popolarità, dice, è un onore ma anche un peso, perché spesso non può godersi momenti di normalità. Tuttavia, l’affetto dei tifosi è sempre stato una costante nella sua vita, come dimostra l’aneddoto di un sostenitore che si commuove incontrandolo al semaforo e che continua a fare l’abbonamento allo stadio solo nella speranza di rivederlo in campo. Totti sottolinea come la passione dei tifosi romani sia simile a quella di altre città come Napoli, dove il calcio è vissuto come una vera e propria religione.
Uno dei temi centrali dell’intervista è il significato della fascia da capitano e del numero 10. Totti spiega che indossare la fascia è una responsabilità diversa, sia in campo che fuori. Essere capitano della Roma significa conoscere la città, i suoi quartieri e la sua gente. Totti racconta che portare il numero 10 non deve essere un peso, ma un sogno per i giovani che aspirano a diventare come lui. Non si definisce geloso del suo numero, ma consapevole che chi lo indosserà dovrà avere talento, forza e determinazione. Totti spera che un giorno arrivi un altro giocatore in grado di portare il numero 10 con lo stesso spirito. Parlando della sua carriera, ricorda anche il rapporto con altri grandi del calcio, come Maradona, che lo ha sempre considerato il miglior calciatore italiano. L’incontro con Maradona è stato per Totti un momento indimenticabile, che ha rafforzato la sua consapevolezza del valore del calcio come linguaggio universale.
Durante la puntata, Totti riflette anche sul suo futuro e sui cambiamenti della vita dopo il ritiro dal calcio giocato. Parla del rapporto con Daniele De Rossi, ora allenatore, e delle differenze caratteriali che li distinguono. Totti ammette di non sentirsi portato per il ruolo di allenatore, preferendo una vita più riservata. Ricorda anche il riavvicinamento con Luciano Spalletti, avvenuto grazie a una visita all’ospedale Bambin Gesù, e sottolinea l’importanza di mettere da parte le incomprensioni per obiettivi più grandi. Totti si sofferma anche su altri ex compagni, come Kivu, e sulla soddisfazione di vedere alcuni di loro intraprendere carriere di successo nel mondo del calcio. Infine, riflette sul passare del tempo e sulle nuove responsabilità che la vita gli ha portato, senza mai dimenticare il percorso che lo ha reso una leggenda della Roma e del calcio italiano.
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