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Una panoramica sugli stipendi dei piloti di Formula 1 nel 2025, con Max Verstappen al vertice e il debuttante Andrea Kimi Antonelli che si distingue tra i più pagati.
Sono passati quasi dodici anni da quel 29 dicembre 2013, quando Michael Schumacher rimase vittima di un gravissimo incidente sugli sci a Méribel, sulle Alpi francesi. Da allora, il silenzio della famiglia e la totale riservatezza sulle sue condizioni hanno alimentato curiosità, rispetto e un’infinita serie di ipotesi.
Oggi, però, arriva un nuovo spiraglio di speranza. A parlare è Stefan L’Hermitte, giornalista francese de L’Équipe, che in un’intervista radiofonica ha condiviso alcuni dettagli raccolti negli ultimi mesi da fonti vicine alla famiglia Schumacher.
“Non sappiamo nulla di preciso – ha spiegato L’Hermitte – ma forse sta andando un po’ meglio. Non direi che stia bene, ma qualcosa sembra essere cambiato. Le uniche notizie affidabili arrivano, come sempre, dalla famiglia”.
Il giornalista fa riferimento a un episodio che ha incuriosito il mondo dei fan: un casco firmato da Schumacher per beneficenza.
“Come è riuscito a firmarlo? Sua moglie gli ha tenuto la mano? Non c’è certezza – ha aggiunto – ma è la prima volta che arriva un segnale così, quasi un segno di vita”.
Un dettaglio apparentemente minimo, ma che per chi segue con affetto la storia del sette volte campione del mondo ha un valore enorme: dopo anni di assoluto silenzio, qualsiasi gesto diventa un simbolo di resistenza e presenza.
L’Hermitte mantiene comunque grande cautela:
“A quanto pare non parla e non lo abbiamo visto camminare. Forse riesce ad avere piccole interazioni con i familiari, ma non possiamo dire che stia bene”.
Da tempo Schumacher vive nella sua villa di Gland, in Svizzera, circondato dall’amore della moglie Corinna e dei figli Mick e Gina-Maria, in un ambiente protetto e assistito da un’équipe medica costante.
La famiglia Schumacher ha scelto la via della discrezione assoluta fin dall’inizio, chiedendo ai media di rispettare la privacy e la dignità di Michael.
Un approccio che, nel tempo, ha diviso l’opinione pubblica, ma che resta comprensibile per chi vive da anni un dolore tanto intimo.
Solo poche settimane fa si è celebrato il 25° anniversario del primo titolo mondiale vinto con la Ferrari a Suzuka nel 2000, un traguardo che ha cambiato la storia della Formula 1. Oggi, ricordando quel giorno, i tifosi di tutto il mondo si aggrappano a queste nuove parole come a un filo di speranza.
Nonostante il lungo silenzio, Michael Schumacher resta un’icona vivente dello sport, simbolo di determinazione, disciplina e passione. La sua eredità continua nel talento del figlio Mick, pilota come lui, e nel ricordo indelebile di chi lo ha visto dominare in pista.
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