Nesta: “La Juve mi voleva, ma il destino mi ha portato al Milan. E ho vinto la Champions”

Alessandro Nesta rivela dettagli inediti sul suo passato calcistico, tra possibili trasferimenti e ricordi di finali europee.

Il retroscena di mercato e la Champions vinta con il Milan nel 2003

Alessandro Nesta e la Juventus: una storia che poteva scriversi, ma non è mai nata. L’ex difensore di Lazio e Milan ha svelato un curioso retroscena di mercato nel podcast BSMT, raccontando i giorni convulsi dell’estate 2002, quando lasciò Roma e i biancocelesti per approdare in rossonero.

«Sono stato costretto a lasciare la Lazio perché da otto mesi non prendevamo lo stipendio», ha spiegato Nesta. «Un po’ di tempo prima c’era la possibilità della Juve, ma io non ci volevo andare. Poi è saltata la trattativa e sembrava fatta con l’Inter. Dopo il 5 maggio, però, l’Inter è sparita, forse hanno fatto altre scelte. L’ultimo giorno di mercato è capitato il Milan. Non ci volevo andare, ero sicuro che l’Inter avrebbe vinto l’anno dopo. E invece… al Milan ho vinto la Champions il primo anno. Mi è andata bene.»

La notte di Manchester: “Non dormivo, troppa ansia”

Quella Champions, la prima e più speciale della sua carriera rossonera, arrivò al termine di una stagione indimenticabile. Manchester 2003, finale tutta italiana: Milan-Juventus. Una partita tesa, decisa solo ai rigori dopo 120 minuti senza gol.

«Non l’ho vissuta bene», ammette Nesta. «Preferivo giocare contro qualsiasi altra squadra, non contro un’italiana. Se perdi col Real Madrid è un conto, ma se perdi con la Juve o l’Inter resta scritto lì, per sempre. Non dormivo, avevo un’ansia tremenda. Anche Pirlo era nervoso. Prima della partita è stata tostissima.»

Due squadre straordinarie, simbolo di un calcio che oggi non esiste più. «Eravamo due squadre fortissime: noi forse con un po’ più di talento, loro più squadra. Ma affrontare la Juve era sempre difficilissimo: una vera rottura di scatole, però sapevano vincere.»

“Mi sono preso la responsabilità del rigore”

In quella notte infinita, anche Nesta si prese una responsabilità pesante: calciare dal dischetto nella lotteria finale. E segnò.
«Mi ero promesso che se ci fosse stato bisogno, non mi sarei tirato indietro. Ho detto subito che avrei tirato io, ma il mister faceva finta di non vedermi», racconta sorridendo. «Un conto è se sbaglia Seedorf o Trezeguet, un conto è se sbaglia un difensore. Ma io sono arrivato sereno sul dischetto e ho fatto gol. Mentalmente è stato importante: dovevo dimenticare il derby perso 5-1 con la Roma, e quella era l’occasione giusta per farlo.»

Da rivale mancato a simbolo rossonero

Il destino, alla fine, lo portò a scrivere alcune delle pagine più belle della storia del Milan. E anche se quella Juventus poteva diventare casa sua, oggi Nesta non ha rimpianti. «Alla fine è andata bene così», ha concluso con un sorriso. «A Manchester ho capito che certe volte non scegli tu: è il calcio che ti porta dove devi essere.»

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