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A vent’anni dalla scomparsa di Franco Scoglio, il figlio Tobias rivela, nel corso di un’intervista a La Gazzetta dello Sport, l’interesse di club prestigiosi come il Napoli di Maradona per suo padre.
Giovanni Di Lorenzo ha raccontato la sua storia in un’intervista a Vivo Azzurro TV, sottolineando quanto sia stato importante non arrendersi nei momenti difficili. Il capitano del Napoli ha spiegato che il calcio è sempre stato una passione, diventata poi un lavoro, e che il suo percorso non è stato semplice. “Un mio segreto? Quello di non aver mai mollato, anche quando ero senza squadra”, ha detto Di Lorenzo.
Di Lorenzo ha spiegato che la gavetta è stata fondamentale per la sua crescita personale e professionale. “La gavetta è stata veramente importante per me perché mi ha formato come ragazzo e uomo, oltre che negli aspetti prettamente di campo. Sono cresciuto più in fretta di altri ragazzi, sono andato via molto giovane, molto lontano, dalla Toscana fino a Reggio Calabria. Diventare un giocatore è stato sempre il mio sogno, che è diventato un obiettivo perché lo vedevo sempre più vicino. Volevo esserci in Serie A e nella Nazionale. Raggiungere questi livelli ha un sapore particolare”. Ha ricordato di aver giocato in molte parti d’Italia, soprattutto al sud, e che gli anni a Reggio Calabria e Matera nelle categorie inferiori sono stati decisivi. “C’è stato un periodo anche che mi sono ritrovato senza squadra, in quei momenti non è stato facile, ma con il supporto dei miei familiari e della mia ragazza, che poi è diventata mia moglie, siamo riusciti a superarli e poi a raggiungere questi traguardi. Sono contento e orgoglioso del percorso che ho fatto perché mi ha fatto crescere come ragazzo e come uomo”.
Di Lorenzo ha parlato anche dei suoi inizi nel calcio: “Questa cosa del soprannome di Batigol? Come tanti ragazzi, la gioia più bella penso sia quella di segnare. Ho iniziato da attaccante, ero molto bravo a cinque, sei, sette anni. C’è stato questo soprannome perché segnavo tanti gol. Poi, piano piano, sono sempre scalato verso dietro, come posizione, fino a diventare difensore”. Ha ricordato una fotografia di sé da piccolo con il borsone, simbolo dei suoi sogni d’infanzia. “I traguardi che ho raggiunto con la Nazionale, con la vittoria dell’Europeo e i due scudetti con il Napoli sono traguardi che mai mi sarei immaginato di raggiungere. Traguardi importanti nella carriera di un calciatore. E quando uno li raggiunge con un percorso come il mio è ancora più bello”.
Sul rapporto con la Nazionale e la famiglia, Di Lorenzo ha detto: “Il calcio è sempre parte della mia vita, anche quando non sono all’allenamento è un pensiero fisso. Anche io ho i momenti di vita privata con le mie figlie, con mia moglie. Cerchiamo di stare più tempo possibile insieme. Giocando spesso, ogni tre giorni, tra viaggi e partite il tempo che riesco a dedicare alle mie figlie non è tantissimo, cerco di sfruttarlo con loro e stare in famiglia”. Ha raccontato che la prima convocazione in Nazionale è stata una sorpresa e che indossare la maglia azzurra è sempre motivo di orgoglio. Ricordando la vittoria dell’Europeo, ha detto: “L’Europeo è stato bellissimo, veramente. Siamo stati più di un mese insieme, c’era un’atmosfera veramente incredibile e penso che uno dei segreti sia stato proprio quello: star bene insieme, pensare tutti a un unico obiettivo”. Infine, un consiglio per i giovani: “Posso dire di non mollare, soprattutto quando ci saranno momenti difficili dove uno cresce, matura, fa un salto di qualità anche a livello mentale. A me ha aiutato tanto. Sono cresciuto sotto l’aspetto mentale. Si sa che la testa e la mente è importante nello sport. Fare i sacrifici e divertirsi”.
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