La Juventus è stata ricevuta dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nello Studio Ovale della Casa Bianca. Durante l’incontro, alcune dichiarazioni del presidente su donne e migranti hanno suscitato imbarazzo tra i presenti.
Durante l’incontro a sorpresa tra Donald Trump e una delegazione della Juventus a Washington, il presidente degli Stati Uniti ha elogiato John Elkann per “l’incredibile lavoro nell’industria automobilistica”. Ma poco dopo ha spiazzato tutti con una domanda rivolta ai dirigenti bianconeri:
“Fareste giocare delle donne nella vostra squadra?”
La domanda, inaspettata e fuori contesto, ha provocato un attimo di silenzio imbarazzato. Il tema è particolarmente delicato, considerando le posizioni di Trump contro la partecipazione delle persone transgender negli sport femminili. I dirigenti juventini hanno risposto con diplomazia, sottolineando che il club possiede una squadra femminile professionistica di alto livello.
Trump ha insistito:
“Certo, ma immagino che non le fareste giocare insieme a voi! Vabbè, vedo che siete diplomatici…”
Una battuta che ha aumentato il disagio, tra sguardi bassi e qualche risata forzata nel tentativo di alleggerire il clima.
Il tono non è migliorato quando, indicando i giocatori schierati dietro di lui – tra cui l’americano Weston McKennie, il francese Timothy Weah e il serbo Dusan Vlahovic – Trump ha affrontato il tema immigrazione:
“La gente può arrivare, ma deve farlo legalmente. Come questi ragazzi qui dietro. Devono amare l’America: se non lo fanno, non li vogliamo.”
Ha poi risposto, in modo vago, a una domanda sulla guerra in corso tra Iran e Israele:
“Non so se attaccherò l’Iran.”
La visita della Juventus alla Casa Bianca non era inserita nell’agenda ufficiale. I giornalisti al seguito di Trump sono stati avvisati all’ultimo minuto e l’intero evento si è svolto in modo piuttosto improvvisato. L’atmosfera è stata tesa fin dall’inizio, con i giocatori visibilmente spaesati e i dirigenti intenti a mantenere un profilo istituzionale, nonostante le uscite imprevedibili del presidente.
Decisamente più formale e distesa, invece, la successiva visita della Juventus all’ambasciata italiana, che si è svolta in un clima sobrio e cerimoniale.
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