Luciano Spalletti è stato sollevato dall’incarico di commissario tecnico della Nazionale italiana a seguito della pesante sconfitta per 3-0 contro la Norvegia, che ha compromesso le possibilità di qualificazione diretta al Mondiale 2026. Nonostante l’esonero, Spalletti guiderà la squadra nell’imminente partita contro la Moldavia prima di lasciare ufficialmente il ruolo.
Spalletti aveva assunto la guida della Nazionale nel settembre 2023, subentrando a Roberto Mancini. Durante il suo mandato, l’Italia ha avuto un percorso altalenante: dopo una qualificazione sofferta a Euro 2024, il torneo si è concluso con un’eliminazione agli ottavi di finale per mano della Svizzera. Successivamente, nella Nations League, gli Azzurri hanno mostrato segnali di ripresa, ma la recente sconfitta contro la Norvegia ha evidenziato problemi persistenti.
Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha espresso la sua insoddisfazione per la prestazione contro la Norvegia, sottolineando l’inaccettabilità di una sconfitta di tale portata. Spalletti, visibilmente emozionato durante la conferenza stampa, ha dichiarato: “Ero convinto di poter arrivare al Mondiale, e rimango convinto che questa Nazionale possa farcela”.
Con l’esonero di Spalletti, l’attenzione si sposta sul possibile successore. Tra i nomi più accreditati emerge quello di Claudio Ranieri. Ranieri, noto per la sua esperienza e capacità di risollevare squadre in difficoltà, potrebbe rappresentare la figura ideale per affrontare le sfide attuali della Nazionale.
Ranieri ha recentemente concluso la sua terza esperienza alla guida della Roma, subentrando a novembre 2024 e conducendo la squadra a una notevole rimonta in campionato, sfiorando la qualificazione in Champions League. La sua capacità di ottenere risultati in situazioni complesse lo rende un candidato ideale per il ruolo di commissario tecnico.
L’esonero di Spalletti, sebbene comprensibile alla luce dei recenti risultati, non risolve i problemi profondi che affliggono il calcio italiano. La mancanza di una chiara identità di gioco, le difficoltà nel rinnovamento generazionale e le carenze strutturali del sistema calcistico nazionale sono questioni che richiedono interventi a lungo termine.
La scelta del prossimo commissario tecnico sarà cruciale, ma da sola non basterà. È necessario un impegno collettivo per affrontare le sfide strutturali e riportare l’Italia ai vertici del calcio mondiale.
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