La partita tra Hellas Verona e Juventus, disputata il 20 settembre 2025 al Bentegodi, è terminata con un pareggio 1-1. Il match è stato caratterizzato da episodi arbitrali controversi che hanno suscitato accese discussioni nel post-partita.
Al 44′ del primo tempo, l’arbitro Antonio Rapuano ha concesso un calcio di rigore al Verona per un fallo di mano di Joao Mario, difensore della Juventus. L’episodio è stato inizialmente non rilevato, ma il VAR ha richiamato l’attenzione dell’arbitro, che dopo aver rivisto l’azione al monitor ha deciso per la massima punizione. Tuttavia, durante l’annuncio ufficiale allo stadio, Rapuano ha erroneamente attribuito il fallo al numero 15, Pierre Kalulu, anziché al numero 25, Joao Mario. Questo errore di comunicazione ha generato confusione tra i presenti.
Un altro episodio controverso si è verificato nel finale del primo tempo, quando l’attaccante del Verona, Gift Orban, ha colpito con una gomitata il difensore bianconero Federico Gatti. Nonostante la natura dell’intervento, l’arbitro Rapuano ha deciso di ammonire Orban, evitando l’espulsione diretta. Questa decisione ha scatenato l’ira dell’allenatore della Juventus, Igor Tudor, che nel post-partita ha dichiarato:
“Ero davanti, l’ho visto io e l’arbitro mi ha detto che non ha caricato. Poi a noi è mancata energia, ma se non dai rosso per questo…”
Tudor ha espresso il suo disappunto per le decisioni arbitrali, sottolineando come tali episodi possano influenzare l’esito delle partite.
La Gazzetta dello Sport ha analizzato gli episodi chiave della partita, evidenziando come l’arbitro Rapuano non abbia inizialmente rilevato il fallo di mano di Joao Mario, necessitando l’intervento del VAR per assegnare il rigore al Verona. Inoltre, il quotidiano ha sottolineato l’errore nell’annuncio del numero del giocatore responsabile del fallo. Per quanto riguarda la gomitata di Orban su Gatti, la Gazzetta ha evidenziato come l’attaccante del Verona non abbia guardato il pallone, mirando direttamente all’avversario, e ha criticato la decisione di non espellerlo.
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