Davide Petrella, in arte Tropico, cantante ed autore di testi, ha rilasciato un’intervista a Radio Goal, in diretta su Kiss Kiss Napoli:
“Sono un gran tifoso del Napoli, dopo Verona i segnali sono buoni, ma ci vuole qualche partita in più per capire se ci siamo o meno. Servirebbe un filotto di circa tre vittorie. Chiamami quando la magia finisce? Sono un tifoso che s’accontenta di poco, mi emozionavano i vari Turrini di quell’epoca, lui in particolare mi emozionava tanto. Anche quelli che non hanno vinto grandi cose, tifo Napoli da quando sono bambino. Kvaratskhelia? Ci piace uno così, siamo grandi di questo tipo di calciatori alla Lavezzi. Kvaratskhelia è arrivato dal nulla, è un campione, è fortissimo. Mi piacerebbe dire che mi rivedo in lui, ma sarebbe un’esagerazione. Io sono sempre stato un cantante, ma poi ho scoperto che ero bravo a scrivere per altri e s’è aperta un’altra strada. Tropico? Per tanti motivi, c’è un libro che mi piace molto che si chiama Tropico. Volevo separare la carriera di Davide Petrella da quella dell’artista. La città di Napoli? E’ sempre viva dal punto di vista artistico, forse ogni tanto si spengono i riflettori affinchè possa uscire fuori il vero e proprio ingegno. Napoli vive di guizzi, di scintille. Se vuoi fare arte la città di Napoli è il posto giusto. La mia famiglia non è allenatissima sulla nuova musica e quando ho scritto una canzone per la Nannini hanno capito che ce la stavo facendo (ride ndr.). Ora hanno capito che lavoro faccio, sono i miei primi fans. Tropico? Il mio progetto musicale è un’isola felice, sono anni che lavoriamo bene. Io sono una capa tosta, mi piace schiantarmi sul muro della verità per imparare. Siamo un’isola piccola, ma noi facciamo i grandi. Noi vogliamo le cose grosse, vogliamo gli stadi. Stiamo facendo cose belle, siamo puliti e puntiamo tutto sulle canzoni. La musica è della gente e se la gente ti spinge vuol dire che stai entrando nel cuore di qualcuno. Abbiamo fatto sold out per il Palapartenope, anche a Roma siamo sold out, era tutto impensabile fino a cinque mesi fa. Tropico come il Napoli di Spalletti? I pronostici non puntano su di noi, quindi il paragone ci può stare. Sanremo? Se dovesse succedere vorrebbe dire che sta per cadere un meteorite (scherza ndr.). Kvaratskhelia? L’ho inserito in una mia canzone anche perchè ha il numero del diavolo sulla schiena, il 77. Poi è uno che gioca bene a pallone. Solo mio nipote Paolo conosceva Kvaratskhelia, fu lui a rincuorarmi quando andarono via tutti i big. Vieni a vivere a Napoli? Napoli è una miniera d’oro, se hai le antenne dritte hai spunti per strada per scrivere canzoni. Napoli è tutto, le mie canzoni hanno sempre come sfondo Napoli. Napoli è il centro del Napoli”.
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