Lo scorso 7 novembre, Flora Tabanelli ha subito una lesione al ginocchio destro, mettendo in dubbio la sua partecipazione alle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026. Nonostante l’infortunio, l’atleta ha intrapreso un intenso percorso di recupero con l’obiettivo di tornare in forma per l’importante appuntamento olimpico.
Dopo l’infortunio, Tabanelli ha seguito un programma di riabilitazione presso il J-Medical di Torino. Successivamente, è tornata ad allenarsi in Val di Fassa, dove sta completando l’ultimo anno delle scuole superiori, bilanciando gli impegni scolastici con quelli sportivi. Nelle ultime settimane, ha ripreso l’attività sugli sci, concentrandosi su curve in campo aperto e sensazioni positive, senza affrontare ancora i salti. Un passo fondamentale nel suo percorso di recupero è stata la visita al centro Ortholabsport di Milano, dove ha effettuato valutazioni posturali e ritirato un tutore su misura per il ginocchio, utile per favorire una ripresa graduale.
Affrontare un infortunio non è mai semplice, ma Tabanelli ha trovato nella determinazione e nel supporto familiare le chiavi per superare questo momento difficile. “Un infortunio va accettato. Già dal secondo giorno avevo in mente l’obiettivo di tornare sugli sci il prima possibile: avere un traguardo mi ha aiutata molto, soprattutto dal punto di vista mentale”, ha dichiarato l’atleta ai microfoni dei media presenti a Milano. Un ruolo fondamentale nel suo percorso lo ha avuto il fratello Miro, anch’egli sciatore freestyle di alto livello. “Per me significa tantissimo. È stato il mio idolo fin da piccola ed è lui che mi ha avvicinata a questo sport. Ancora oggi ci confrontiamo spesso ed è bellissimo averlo al mio fianco, in squadra e in famiglia”, ha aggiunto Tabanelli.
Lo sci freestyle non è solo una disciplina sportiva, ma anche una forma d’arte che permette agli atleti di esprimere la propria creatività. “Nel freestyle c’è una componente artistica evidente. Anche in aria, in qualche modo, disegniamo delle linee”, ha spiegato Tabanelli. Questa sensibilità artistica affonda le sue radici nella famiglia dell’atleta: “Sono cresciuta circondata dall’arte: mio padre era graphic designer, mia sorella è un’artista e io frequento un liceo artistico. È qualcosa che sento profondamente mio”
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