Sarah Fahr: “Il mio fidanzato come mental coach. Futuro? Costruisco un b&b”

La centrale dell'Italvolley si racconta tra successi sportivi, sfide personali e progetti futuri.

Alla vigilia del Mondiale di Phuket, che scatterà oggi con la sfida contro la Slovacchia, Sarah Fahr si è raccontata in una lunga intervista a Il Corriere della Sera (a firma Pierfrancesco Catucci). La centrale dell’Imoco Conegliano e della Nazionale italiana arriva all’appuntamento iridato dopo un anno da protagonista assoluta: oro olimpico, due Nations League, scudetto, Champions, Coppa Italia, Supercoppa e Mondiale per Club. A soli 23 anni, le manca solo il titolo mondiale.

La pressione e la gestione mentale

«Non ci si abitua mai a vincere – ha spiegato Fahr – perché ogni volta gli avversari ti affrontano con più determinazione. Quando non riesci a vincere con il gioco, devi provarci con la testa». Un approccio che si riflette anche sul rapporto con le pressioni: «Se la vivi, vuol dire che te la sei meritata perché hai fatto qualcosa di importante. È una bella pressione, ti stimola e ti fa crescere».

Non a caso, Fahr ha scelto un mental coach molto speciale: «Il mio fidanzato Nicolò. Sa che a volte vivo sulle nuvole e mi riporta alla realtà anche in maniera dura. Se sono tornata dopo i due infortuni al ginocchio lo devo anche a lui».

La carriera e i sacrifici

Il Mondiale di Phuket sarà il suo secondo, dopo quello da “spettatrice” nel 2018: «Allora ero una ragazzina, non mi aspettavo nemmeno la convocazione. Oggi sarà il primo da protagonista». Un percorso costruito con sacrifici precoci: «Sono andata via di casa a 13 anni. Mi è mancata la vita in famiglia, soprattutto il rapporto con mio fratello più piccolo. Ma quelle rinunce mi hanno reso la donna che sono oggi».

Un futuro oltre la pallavolo

Fuori dal campo, Fahr sorride pensando a un progetto che la accompagna da tempo: «Sto costruendo un bed & breakfast vicino Conegliano. La burocrazia ha rallentato tutto, ma spero di finirlo entro il 2026. Lo sport non è per sempre, voglio costruire qualcosa per il domani».

Per il momento, però, la sua testa è solo sul Mondiale: «Non dobbiamo caricarci di pressioni. Pensiamo partita dopo partita. Prima la Slovacchia, poi Cuba, Belgio. Il resto verrà da sé».

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