Roma-Napoli è Mourinho contro Spalletti : un match da uomini speciali per destini speciali

Sfida tra Spalletti e Mourinho domenica sera, all'Olimpico di Roma. Potrebbe andare in scena un match da Oscar...
NAPLES, ITALY – APRIL 18: Jose Mourinho, Manager of AS Roma, with Luciano Spalletti, Manager of Napoli, prior to kick off of the Serie A match between SSC Napoli and AS Roma at Stadio Diego Armando Maradona on April 18, 2022 in Naples, Italy. (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Destini incrociati, contro. Sul campo collegati e al tempo stesso divisi. Mourinho e Spalletti, il “diavolo” giallorosso e “l’acqua santa” azzurra. Così diversi in panchina, così distanti sul terreno di gioco, ma al tempo stesso sfrontati davanti alle telecamere come forse nessun altro. Mou e Luciano, in carriera, si sono già affrontati tante volte, e il toscano non è mai, almeno fino ad oggi, riuscito a spuntarla sul collega portoghese. Tre pareggi e tre vittorie per l’allenatore della Roma, di cui due pareggi collezionati l’anno scorso tra andata e ritorno (0-0 e 1-1, ndr). Il resto quando la corazzata Inter del “triplete” non dava vita facile a nessuno, figurarsi alla Roma all’epoca allenata da Spalletti, che perse pure una Supercoppa 2008 ai rigori. Eppure, nel gioco, spesso e volentieri avrebbe meritato più l’attuale allenatore del Napoli, piuttosto che l’allenatore capace di vincere tutti e tre i massimi trofei europei.

Soprattutto quest’anno, i due percorsi, sembrano allontanarsi ancora di più. Da un lato lo spettacolo offerto dal Napoli sia in Italia che anche in Champions League: otto vittorie e due pareggi, 25 gol realizzati e solo 9 subìti, in Serie A, mentre 4 vittorie su 4 in Europa con 17 gol fatti e 4 subiti. Una vera schiacciasassi consapevole ed altamente gradevole da guardare. Un calcio propositivo che mette in vetrina il talento dei suoi interpreti, ma orchestrati sempre dalla mano ferma del suo allenatore. Un gruppo costruito “ex-novo” dopo la rivoluzione che ha portato alle partenze di campioni come Insigne, Koulibaly e Mertens. Ma gente come Kim, Raspadori e soprattutto Kvaraskhelia, non hanno certo fatto rimpiangere i predecessori. Soprattutto il georgiano, decisivo non solo con i gol e gli assist, ma anche nell’apporto in termini di creazione di gioco e costruzione della manovra.

Dall’altro lato la Roma di Mourinho, quello Special One capace di aizzare le folle e portare anche nella capitale quell’entusiasmo che mancava da tempo. Come mancava un trofeo, vinto l’anno scorso in quella prima Conference League portata a casa in trionfo manco fosse la Champions. Una vittoria europea che in Italia mancava proprio da quella notte di Madrid, della sua Inter, nella massima competizione europea. Quest’anno, poi, la ciliegina sulla torta convincendo il talento di Dybala ad accettare il progetto giallorosso e mettere la sua classe a disposizione della causa. Un allenatore, ma soprattutto un’ottima spalla per i direttori sportivi grazie alla sua fama, alla sua simpatia ed al suo palmares. Ma sul campo scendono i calciatori, le idee, e non certo i trofei. Così Mourinho si è messo al lavoro ed ha provato ad evolvere quello che l’anno scorso era stato l’inizio del progetto. Fin qui il portoghese ha vinto 7 partite, ne ha pareggiata una e ne ha perse 2: il successo di Milano contro l’Inter e il pareggio di Torino contro la Juve dimostrano che il livello della Roma è molto elevato, anche se rispetto al Napoli segna poco (13 gol realizzati) e subisce uguale. In Europa League ha avuto qualche difficoltà ulteriore, vincendo una sola volta, segnando 6 gol e subendone addirittura 5. Quattro punti soltanto e terzo posto nel girone dopo Betis e Ludogorets, provando nelle prossime gare prima a vincere con HJK e poi in casa con i bulgari per assicurarsi il passaggio al turno successivo. In Serie A, invece, Mourinho è quarto, dietro al Napoli capolista ma anche all’Atalanta ed al Milan, pur avendo scavalcato nell’ultimo turno Lazio e Udinese. La Roma non è una squadra che ha facilità di marcatura, ma è anche una squadra solida, rognosa, da dover affrontare. Furba nel trovare il momento giusto per vincere col cosiddetto “corto muso allegriano”. Una squadra sorniona, capace di sprigionare il talento quando meno te lo aspetti. Insomma, la squadra capitolina è praticamente una proiezione “trasnaturale” di Mourinho stesso. Così come il Napoli è il prolungamento del pensiero di Spalletti, arguto, offensivo e spettacolare in termini calcistici, ma al tempo stesso lavoratore e attento a non elogiarsi troppo nel suo animo più profondo.

Una sfida non, quindi, tra lo Special One e “l’eterno secondo”, bensì tra due uomini di calcio “speciali” entrambi, che hanno portato qualcosa di loro al mondo del calcio. Domenica sera, all’Olimpico di Roma, potrebbe andare in scena un match da Oscar, “La grande bellezza” in edizione calcistica. Ed anche se da questo confronto non si assegnerà nessuna statuetta, né tantomeno lo scudetto, è anche vero che entrambe le squadre, così come i rispettivi allenatori, metteranno il vestito buono delle grandi occasioni per regalare spettacolo dinanzi le rispettive tifoserie, e tutti gli appassionati “calciofili” che di certo non si perderanno questo confronto.

Vincenzo Perna

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