Premiati in USA 17 ricercatori italiani per studi sui tumori: 4 sono napoletani

Diciassette ricercatori italiani sono stati premiati negli Stati Uniti per i loro studi sui tumori, tra cui quattro napoletani.

Diciassette ricercatori italiani sono stati recentemente premiati negli Stati Uniti per i loro studi innovativi nel campo dell’oncologia. Tra questi, quattro provengono da Napoli, evidenziando l’eccellenza della ricerca partenopea in ambito oncologico.

Il riconoscimento internazionale dei ricercatori italiani

Negli ultimi anni, numerosi giovani oncologi italiani hanno ricevuto prestigiosi riconoscimenti internazionali. Ad esempio, nel 2017, nove giovani italiani, tra i 29 e i 36 anni, sono stati premiati al congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) a Chicago. Tra questi, Emanuela Palmerini dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna ha ricevuto per il secondo anno consecutivo il Merit Award per i suoi studi sui tumori rari dell’osso. Nel 2023, Antonio D’Alessio, 31 anni, originario di Napoli, ha ricevuto il suo secondo Merit Award per il lavoro sul tumore al fegato svolto all’Imperial College di Londra. 

L’eccellenza napoletana nella ricerca oncologica

Napoli si conferma un centro di eccellenza nella ricerca oncologica. L’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori – Fondazione Giovanni Pascale, con sede a Napoli, è un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) che si occupa in particolare di cure oncologiche ed è un centro di eccellenza italiano nella cura dei tumori. (Paolo Antonio Ascierto, direttore dell’Unità di Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale, è riconosciuto a livello internazionale per i suoi studi sull’immunoterapia dei tumori. 

Il contributo dei ricercatori napoletani alla lotta contro il cancro

I ricercatori napoletani continuano a dare un contributo significativo alla lotta contro il cancro. Ad esempio, Pasquale Rescigno, originario di Napoli, si è specializzato in oncologia nel 2014 all’Università Federico II di Napoli e ha lavorato come ricercatore per tre anni a Londra presso l’Institute of Cancer Research e il Royal Marsden Hospital. Il suo studio presentato all’ASCO dimostra che i carcinomi della prostata con la specifica mutazione di una proteina chiamata SPOP sono particolarmente sensibili a uno dei farmaci approvati per questo tumore, l’abiraterone. 

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