Il richiamo è immediato: dal titolo che riecheggia l’immortale ritornello di ‘O surdato ‘nnammurato alla locandina che riproduce la tradizionale “fazzoletatta” dei matrimoni partenopei, Oi vita mia porta addosso l’impronta di Napoli ancor prima di arrivare in sala. Il nuovo film di Pio e Amedeo, distribuito da PiperFilm e in uscita giovedì 27 novembre con oltre 500 copie, è più di un progetto cinematografico: è un tributo dichiarato alla città, alla sua cultura popolare, al suo archivio musicale e al suo immaginario collettivo.
Durante l’anteprima nazionale al The Space di Fuorigrotta, i due artisti hanno spiegato quanto sia profondo il loro legame con Napoli. «Questo film è un omaggio a una città che stimiamo immensamente», ha detto Amedeo Greco. Gli ha fatto eco Pio D’Antini: «Napoli sta vivendo un momento straordinario e noi, che da sempre ne subiamo il fascino, volevamo celebrarla a modo nostro».
Il duo assicura che Oi vita mia è, prima di tutto, un invito alla leggerezza. «È un inno alla spensieratezza», spiegano, «ma anche un racconto di umanità e di vita quotidiana». Un’opera pensata “per tutti”, capace di oscillare tra risate e piccoli momenti di riflessione.
Il film, della durata di 113 minuti, segna il loro esordio ufficiale come registi e sceneggiatori, assieme a Emanuele Licitra. Sullo schermo compaiono volti amatissimi: Lino Banfi, Ester Pantano, Cristina Marino e la partecipazione di Luca Argentero.
La scelta musicale è un tassello centrale del progetto. Le canzoni di Roberto Murolo, Gigi Finizio e Gigione convivono con le partiture originali del maestro Antonio Fresa. Una miscela volutamente popolare e colta insieme, che rispecchia l’identità del film. «La nostra volontà era creare un’opera che potesse contenere tutto», spiegano. «Dalla canzone napoletana a Mozart, da Barry White alle voci che hanno fatto la storia del Sud».
La presenza di ‘O surdato ‘nnammurato non è un semplice omaggio: per Pio e Amedeo quella melodia rappresenta un rito collettivo, «un inno di vita che unisce famiglie, ricorrenze, tavolate e feste di ogni tipo».
La pellicola guarda con rispetto e ammirazione ai giganti della risata italiana. Totò, Massimo Troisi, il duo Troisi–Benigni: riferimenti dichiarati, mai nascosti. «Sono omaggi sinceri», puntualizzano. «È il nostro modo per dire grazie a chi ha costruito un linguaggio comico che ancora oggi ci emoziona».
Allo stesso tempo, il film segna un’evoluzione del loro stile: «In venticinque anni di carriera siamo cambiati. E quello che ci sorprende nelle prime proiezioni è capire come il pubblico rida in momenti che non immaginavamo».
Con Oi vita mia, Pio e Amedeo firmano un film che mescola tradizione popolare, comicità e affetto sincero verso una città che li ha sempre accolti. Un’opera che ambisce a far ridere, riflettere e – soprattutto – far sentire a casa chiunque entri in sala.
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