Nell’appuntamento odierno di Radio Goal, è intervenuto Pietro Lo Monaco, ex dirigente sportivo di Genoa, Palermo e Catania, ed ora direttore generale del Messina, soffermandosi principalmente sull’affaire Insigne-Toronto.
Queste le sue dichiarazioni.
“Bisognava gestire prima e meglio la situazione. Comunque, io ho l’impressione che ci sia la volontà di Insigne di rimanere ma non ci sia tanto la volontà da parte del Napoli di trattenerlo.
Questa decisione non avrebbe influito se fosse stato un giocatore del Napoli al 100%. I giocatori anche inconsciamente fanno mille pensieri. Può andare via a giugno, può sottoscrivere da febbraio ma comunque farà una fatica del diavolo ad essere al 100%.
Professionalmente, andare a Toronto non è più come giocare in Italia o in Premier. Penso che il giocatore l’abbia messo in preventivo. Significa sì prendere una barca di soldi ma significa anche uscire fuori dal giro perché è un altro calcio.
Ricordate quando Giovinco è andato in Canada? Era nel giro della Nazionale e ne è uscito come se niente fosse.
Il giocatore ha privilegiato chiaramente l’aspetto economico e non certamente quello professionale. Però, c’è da dire anche che, davanti a certe offerte, diventa veramente difficile non accettare quando dall’altro lato ti trovi evidentemente la non volontà di chiudere.
Sicuramente, ti posso garantire che lui ce la metterà tutta per far sì che possa terminare bene il campionato. Come ti dicevo prima, però, scattano delle molle a livello inconscio ed è inevitabile che il calciatore abbia sicuramente qualche qualche difficoltà.
In linea di massima, si deve tener presente che si ha a che fare con dei professionisti e mettere in preventivo che darà tutto quello che deve dare fino alla fine. Quindi, di conseguenza, ritengo che continuerà ad andare sul dischetto.
Io faccio un altro tipo di discorso. Ne può risentire il suo rendimento rispetto a questa decisione presa? Io dico di sì. Bisogna vedere come reagisce, se riesce veramente a distaccarsi da questa situazione perché ritengo che per lui sarà una sofferenza notevole pensare di andar via da Napoli.
A Toronto, i 5 anni non li finirà perché, a certi ritmi, ci si addormenta. In più, la competizione e l’attenzione di tutto l’ambiente è completamente diverso”.
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