Paolo Cannavaro, vent’anni di impegno sociale e uno sguardo al Napoli: “Momento di appannamento, ma la Supercoppa può rilanciarci”

Paolo Cannavaro racconta su Radio Kiss Kiss Napoli i vent’anni della Fondazione Cannavaro Ferrara, le soddisfazioni personali e le sue opinioni sulla stagione del Napoli, tra infortuni e speranze per la Supercoppa.

Paolo Cannavaro ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli ha parlato dei vent’anni della Fondazione Cannavaro Ferrara. Insieme a Emanuele Calaiò, ha ripercorso i momenti più significativi dell’impegno sociale della fondazione e ha commentato la situazione attuale del Napoli, tra difficoltà e speranze per il futuro.

Vent’anni di Fondazione Cannavaro Ferrara: risultati e soddisfazioni

Durante l’intervista, Paolo Cannavaro ha sottolineato l’importanza dei vent’anni di attività della Fondazione Cannavaro Ferrara. Ha spiegato che, pur avendo dato il nome alla fondazione insieme a Fabio Cannavaro e Ciro Ferrara, il vero motore sono le tante persone che lavorano dietro le quinte da due decenni. Cannavaro ha dichiarato: “Noi abbiamo messo il nome a questa fondazione ma poi dietro c’è un movimento grandissimo, ci sono le persone fedelissime che da vent’anni stanno alle nostre spalle e ci spingono veramente forte proprio per cercare di fare sempre cose nuove e cose che possano aiutare la nostra città.”

Tra i progetti più significativi, Cannavaro ha ricordato con orgoglio l’acquisto di due ambulanze speciali per il trasporto neonatale, fondamentali per salvare la vita ai bambini nati prematuri o con problemi di salute. Ha raccontato che ricevere messaggi di ringraziamento dalle famiglie è la soddisfazione più grande: “Salvare vite oggi vuol dire tanto, nascono dei piccoli guerrieri quando vengono al mondo prematuri e noi dobbiamo dargli delle armi importanti per provare a renderli più forti già da subito.” L’ultima donazione, un’isola neonatale, è stata per lui un’altra grande emozione, che dà ancora più forza per continuare.

Il Napoli tra difficoltà e speranze per la Supercoppa

Cannavaro ha poi commentato il momento difficile che sta attraversando il Napoli, reduce da una brutta sconfitta a Udine, la settima della stagione. Tuttavia, ha invitato a guardare avanti con ottimismo, soprattutto in vista della Supercoppa: “È tutto da archiviare perché è una competizione totalmente diversa, è una competizione che ti dà comunque stimoli e ti può dare anche un po’ di vivacità.”

Secondo l’ex capitano, la squadra sta vivendo solo un momento di appannamento, dovuto anche alle numerose assenze per infortunio. Ha sottolineato la necessità di non avere fretta nel recuperare i giocatori, ma di farlo nel modo giusto per garantirne la tenuta nel tempo. Cannavaro ha elogiato Giovanni Di Lorenzo, esempio di professionalità e resistenza, e ha ricordato che gli infortuni fanno parte del gioco e non sempre sono prevedibili o evitabili.

Parlando della partita contro il Milan, Cannavaro si augura una gara a viso aperto, “un po’ all’inglese, un po’ alla Premier League”, e spera che il Napoli possa tornare alla vittoria. Ha poi espresso ammirazione per Antonio Conte, definendolo una garanzia per la squadra: “La forza di mister Conte è quella di saper vincere le partite in modo sporco, pulito, dominando, non meritando ma credo che debba essere così il calcio.”

Un’amicizia speciale con Emanuele Calaiò e ricordi dal campo

La puntata ha visto anche momenti di leggerezza e amicizia tra Cannavaro e Calaiò. I due si sono scambiati battute e ricordi. Cannavaro ha scherzato sulle condizioni fisiche dell’amico, dicendo: “Quello sta più in forma ora che quando giocava.”

Calaiò ha poi rivolto un messaggio diretto a Cannavaro, augurandogli di trovare presto una squadra da allenare e invitandolo a giocare insieme una partita prima che gli impegni lo rendano impossibile. Cannavaro ha risposto con affetto, ricordando le qualità di Calaiò, soprattutto nel gioco aereo: “Tu gli passavi la palla moscia e lui con questo colpo di testa tirava delle fucilate.”

Il dialogo tra i due ha mostrato il lato umano e genuino di chi ha vissuto il calcio da protagonista, ma che non dimentica l’importanza dei rapporti personali e dell’impegno per la propria città. La chiacchierata si è conclusa con un abbraccio virtuale e la promessa di rivedersi presto in campo.

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