Panatta: “Tornei come prove di sopravvivenza, giocatori si ribellino. Sinner eviti tour de force”

Adriano Panatta critica le condizioni estreme dei tornei e consiglia a Jannik Sinner di evitare sovraccarichi fisici.

Come sempre diretto e senza giri di parole, Adriano Panatta è tornato a dire la sua sul momento del tennis mondiale e, in particolare, su Jannik Sinner, reduce dal ritiro e da un calendario sempre più fitto. In un articolo pubblicato sul Corriere della Sera, l’ex campione romano ha analizzato con toni schietti il tour de force a cui sono sottoposti i big del circuito, tra tornei ravvicinati, pressioni mediatiche e necessità di difendere punti e ranking.

“Si gioca troppo? Sì. I giocatori ne fanno le spese e si lamentano? Sì. E allora perché non dicono mai di no? Per soldi, sponsor e fama? Sì. Ma chi se ne frega!”,
scrive Panatta, centrando il cuore del problema.

Secondo l’ex numero uno azzurro, la situazione non riguarda solo Sinner ma “l’intero sistema”, ormai schiavo di un calendario esasperante:

“Oggi magari è meno facile, non lo so, ma si può dire no preventivamente. Alcaraz l’ha fatto prima di Shanghai. Bella mossa Carletto, poco da dire. Hai visto giusto, Sinner ha giocato a Pechino, poi a Shanghai. Ora è atteso dai milioni di Riad, poi Vienna, Parigi, le Finals e la Davis. Tutto in un mese e mezzo. Mi chiedo, ma è proprio necessario questo tour de force?”

Panatta, con il suo stile diretto, non risparmia un affondo all’ossessione per il ranking:

“Conosco la replica: i punti, la classifica, il numero uno… E chissenefrega di tutto questo non ce lo mettete? Vero è che Sinner ha avuto una stagione corta per via della stupida squalifica doping, ma il discorso di fondo non cambia.”

La stoccata a Pietrangeli

Nell’articolo non manca una battuta rivolta al suo storico amico e “rivale” Nicola Pietrangeli:

“Nicola, cui voglio molto bene, recrimina sempre di essere nato troppo presto, perché oggi avrebbe fatto soldi a palate. Gli rispondo: sono felice di essere nato troppo presto, perché in un tennis così non mi sarei divertito neanche un po’.”

Una provocazione nel pieno stile Panatta, ma che nasconde una riflessione seria: il tennis moderno, ipercompetitivo e dettato dalle logiche di mercato, rischia di snaturare lo spirito del gioco.

Un sistema vicino al limite

Il messaggio è chiaro: il calendario attuale è una “bolla” pronta a scoppiare. I continui spostamenti, le superfici diverse e le pressioni costanti mettono a dura prova anche i migliori. Panatta invita i giocatori — Sinner in testa — a non sacrificare la salute e il piacere del gioco sull’altare dei punti ATP.

“Ai miei tempi era più facile girare i tacchi e mandare a quel paese chi di dovere. Oggi sembra impossibile. Ma dire di no, ogni tanto, è ancora possibile.”

Un consiglio da ex campione, uno schiaffo al sistema e un invito alla libertà: in puro stile Panatta.

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