Il mercato estivo 2025 si è chiuso lasciando spunti interessanti e giudizi molto diversi da club a club. Napoli promossa a pieni voti, bene le milanesi e la Juventus, mentre non mancano le insufficienze e persino un “senza voto”.
La partenza del capocannoniere del campionato pesa, e Krstovic non offre ancora certezze. L’arrivo di Musah, proprio sul finale, migliora un po’ il bilancio, ma resta un mercato che non entusiasma.
Schema noto: cessioni importanti (Ndoye, Beukema) e sostituti da scoprire. Immobile e Bernardeschi riportano esperienza, ma devono dimostrare di poter incidere davvero.
Addio a Piccoli, decisivo un anno fa, sostituito da Belotti. Alle sue spalle il giovane Kiliçsoy. Pisacane ha dato subito ordine difensivo, ma la domanda è se basterà per salvarsi.
Il club lariano non ha badato a spese, portando giovani di prospettiva come Ramon e Rodriguez e trattenendo Nico Paz. Ora la palla passa a Fabregas, chiamato a dare continuità ai risultati.
Mercato intelligente e creativo, senza colpi eccessivi ma con scelte mirate. La squadra è partita fortissimo e ora conta anche sull’esperienza di Jamie Vardy.
Kean confermato e affiancato da Piccoli, riscattato Gudmundsson. Dzeko per esperienza, Sohm e Nicolussi Caviglia per freschezza, Viti e Fazzini come alternative affidabili. Operazioni nel complesso azzeccate.
Le partenze di De Winter, Pinamonti e Miretti hanno lasciato il segno. Vieira non lo ha nascosto: il potenziale offensivo è ridotto. Stanciu porta leadership, ma non basta.
La base era stata costruita prima del Mondiale per Club. Buone le operazioni Sucic e Bonny, da valutare Luis Henrique. Difesa blindata con Akanji, soprattutto confermato Pio Esposito nonostante offerte milionarie.
Mercato sofferto: molti obiettivi sfumati, ma alla fine sono arrivati Openda e Zhegrova insieme a David e Joao Mario. Vlahovic, dato per partente, è rimasto e continua a segnare.
Mercato bloccato dall’indicatore di liquidità: zero acquisti, Sarri scelto per la sua conoscenza dell’ambiente. Unico merito: resistere alle offerte per Castellanos.
Corvino resta una garanzia, ma sulla carta le operazioni non convincono. Da rimpiazzare due colonne come Baschirotto e Krstovic: sfida complicata.
Colpi di spessore: Rabiot, voluto da Allegri, e Nkunku. Modric sorprende per continuità, Ricci deve adattarsi. Inizio incoraggiante, l’idea di gioco sembra promettente.
Conte voleva due squadre, De Laurentiis lo ha accontentato. Rosa ampia e competitiva su tutti i fronti, rinforzata anche dopo l’infortunio di Lukaku. Qualche dubbio solo sulla mancata alternativa a Di Lorenzo, ma resta il gruppo più forte del campionato.
Dopo le cessioni di Leoni e Bonny si riparte quasi da zero, con giovani e pochi elementi esperti come Oristanio e Cutrone. Squadra tutta da scoprire.
Linea della società chiara: niente spese folli. Preso Nzola, resta intatta buona parte della squadra che ha conquistato la Serie A. Ora tocca a Gilardino farla rendere al massimo.
Mercato non entusiasmante, Gasperini non ha mai nascosto i dubbi. Qualche innesto è arrivato, Dybala è rimasto. Le prime uscite hanno mostrato una squadra comunque solida.
Scelte conservative: pochi movimenti, squadra simile a quella che ha conquistato la promozione. Berardi resta il vero colpo. Per ora fatica nell’impatto con la A.
Acquisto importante in attacco con Giovanni Simeone, insieme a rinforzi affidabili come Asllani, Ngonge e Anjorin. Sforzo superiore al solito, anche se l’avvio di stagione non ha convinto.
Persi Bijol, Lucca e Thauvin, ma Runjaic ha saputo rimettere insieme il gruppo. I nuovi arrivi hanno già dato segnali positivi.
Solita rivoluzione con tante cessioni, tra cui Ghilardi, Coppola e Duda. Zanetti resta il punto fermo. Squadra tutta da ricostruire, con la solita incognita delle sorprese che spesso emergono a Verona.
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