Ottavio Bianchi, l’allenatore che ha portato il Napoli al suo primo storico scudetto nel 1987, in un’intervista al Corriere dello Sport, ha ricordato con affetto quei momenti. Durante i festeggiamenti, mentre la città si colorava d’azzurro, Bianchi era in albergo. “Devo ringraziare Ferlaino, fu lui a obbligarmi ad andare in giro in auto per vedere quello che stava succedendo”, ha raccontato. Bianchi si è definito un uomo pragmatico, che custodisce le emozioni con ironia: “Certo che ero felice, ma godevo dentro. Era bella la consapevolezza di aver fatto un bel lavoro e di aver reso felici i tifosi”.
Oggi, a 81 anni, Bianchi osserva da spettatore l’evoluzione del Napoli, che si avvicina al suo quarto titolo. “Napoli ha imparato a vincere. Sa come si fa. Fa parte dell’élite del calcio, un privilegio che ha conquistato sul campo, stagione dopo stagione”, ha affermato. Secondo Bianchi, la città e la squadra hanno acquisito una nuova maturità, imparando a gestire i momenti cruciali con maggiore consapevolezza rispetto al passato. “Ai miei tempi era tutto diverso”, ha ricordato l’ex allenatore, sottolineando come il club abbia ora una mentalità vincente.
Bianchi ha elogiato il campionato del Napoli, definendolo “eccezionale anche per costanza di rendimento”. Pur riconoscendo che l’assenza delle coppe europee ha rappresentato un vantaggio, Bianchi ha sottolineato che la squadra ha saputo sfruttare al meglio le proprie risorse. “Non c’è stato il grande giocatore che si è messo in evidenza più degli altri. La rosa ha avuto un rendimento costante da parte di tutti”, spiega. Infine l’ex allenatore azzurro ha lodato il lavoro di Conte, che ha saputo far rendere al massimo la squadra nonostante le assenze di giocatori chiave come Osimhen e Kvaratskhelia.
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