Napoli primo grazie alla difesa granitica. Il metodo Spalletti: solo 3 gol subiti

Napoli sette bellezze! Sette vittorie in campionato in sette giornate. Filotto pieno e primato scontato dopo un ruolino di marcia di tale portata. Per rimanere in ambito cinematografico, cosa che fa sempre piacere al presidente De Laurentiis, il film di Lina Wertmuller Pasqualino Settebellezze che fu candidato all’Oscar nel 1977 e la regista fu la prima candidata al prestigioso riconoscimento dell’Academy sembra aver ispirato la banda di Luciano Spalletti che è il regista di questa straordinaria cavalcata, il regista candidato all’Oscar. Il tecnico del Napoli di premi già ne ha preso uno, quello che la Serie A gli ha assegnato come miglior allenatore del mese di settembre. Il suo Napoli con ventuno punti brilla in tutte le categorie statistiche. Gli azzurri hanno la miglior difesa del campionato ed il secondo miglior attacco. I numeri nel calcio non sono tutto, ma contano. Il Napoli ha anche realizzato 5 gol su schemi da calcio piazzato e questo lascia intuire che c’è etica del lavoro ma soprattutto organizzazione. Lo schema però è un canovaccio dove i giocatori recitano a soggetto, c’è talento, improvvisazione e rispetto delle spaziature. Questo Napoli di Luciano Spalletti ha personalità ed organizzazione. Le vittorie non sono frutto di casualità ma di lavoro. Poi ovviamente gli episodi sono determinanti.

Le sole 3 reti subite (contro il Genoa, la Juve e ieri a Firenze) dimostrano che tutta la fase difensiva è curata. La linea a quattro è praticamente sempre la stessa con Rrhamani che rispetto all’inizio di stagione ha preso il posto di Manolas. A destra Di Lorenzo, perno anche della Nazionale di Mancini, a sinistra il bistrattato, ma utilissimo Mario Rui e poi c’è Koulibaly che è semplicemente il “Comandante”. Gradi conquistati sul campo ed assegnati in pompa magna da Luciano Spalletti in sala stampa Urbi et Orbi qualche giorno fa. E poi c’è il capitolo portieri. Adesso Ospina sembra aver scavalcato le gerarchie approfittando dell’infortunio di Meret a Genova alla terza di campionato. Il giocatore colombiano ha spalle larghe e grazie anche alla sua esperienza è un punto di riferimento per i compagni. Non è un caso che in patria lo chiamano El Patron, insomma il comandante. Proprio come Kouilibaly. I numeri non sono tutto, ma contano ed in Italia alla fine – tranne rare occasioni – vince sempre la squadra con la migliore difesa. Quindi chi è ben comincia…

Lucio Pengue

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