Napoli-Lazio, la conferenza stampa di Spalletti: “Molti infortuni ma non dobbiamo innervosirci”

Le parole del tecnico del Napoli, Spalletti, prima della Lazio

Due sconfitte che bruciano ancora, quelle contro Spartak Mosca e Inter, con il Napoli che è chiamato a rialzarsi immediatamente dal posticipo casalingo contro la Lazio in programma per domani sera alle ore 20:45. Il tecnico azzurro, Luciano Spalletti, ha parlato in conferenza stampa presentando la partita che vedrà, fra gli altri, il ritorno al Diego Armando Maradona di Maurizio Sarri.

EMERGENZA “La rosa è di un livello altissimo, già abbiamo avuto delle emergenze prima di questa. Ricordiamoci l’infortunio di Mertens per l’operazione, a centrocampo eravamo contati, ma è chiaro che da queste risposte alle difficoltà si capirà dove vogliamo arrivare. Dobbiamo lavorare ogni giorno in maniera seria, quella è la soluzione. Dobbiamo essere superiori a ciò che s’è proposto la volta precedente, senza farci condizionare. Ovvio, in una situazione come quella di Mosca, dove prendiamo una situazione dopo 30 secondi, il primo a dover fare un esame sul lavoro sono io. Meglio un silenzio per ritrovare il comportamento di alcune frasi fatte”.


MARADONA “Diego è sempre nei pensieri dei calciatori, ci sono alcuni che vorrebbero ripercorrerne la grandezza, anche nelle canzoni che cantano. Non importa capire se è stato un buon esempio o meno, il più grande numero 10 o no, ma ciò che è fondamentale è il vuoto che ha lasciato, lo smarrimento totale che non si era mai visto nella storia del calcio. Credo sia stato il più grande di tutti, ci ho giocato una volta contro e ricordo benissimo cosa creò come difficoltà. Per capire la sua anima, va ascoltato quando cantava forse più che visto in campo. La grandezza è come faceva sentire gli altri, quanto li faceva diventare grandi“.


LAZIO “Veniamo da 2-3 risultati che non sono stati quello che avremmo voluto, e la Lazio è una squadra del nostro livello. Anche loro sono una delle 7 grandi, e durante la partita servirà una continua evoluzione. In ogni partita poi ci sono gli episodi che cambiamo bruscamente l’andamento delle cose, purtroppo è così anche se hai perso non significa che il lavoro è stato sbagliato“.

SPARTAK MOSCA – “Ho lavorato in Russia, ci sono società serie, che sanno stare nel calcio europeo e lo Spartak non è fra queste. Le offese si fanno di persona, non con tweet o nelle conferenze. Si fa come ho fatto io, di persona, mia mamma a 90 anni mi dice di non cambiare. Interessa solo questo, non che i giocatori dell’Inter mi hanno abbracciato alla fine, mentre i media dicono che s’è fatta confusione nello spogliatoio, oltre ai dirigenti e gente che lavora dietro le quinte. Quello non è interessato a nessuno”.


INSIGNE E FABIANSono a disposizione, hanno svolto l’intera seduta in gruppo, con grande intensità e sono pronti per partire dall’inizio”.

CAMBIAMENTI – “Se guardiamo tutte le squadre top europee sono in grado di adattarsi durante le partite, iniziando il match con un approccio e cambiandole in corsa. Anche l’utilizzo di un singolo calciatore lo determina, ad esempio in fase di costruzione, ma c’è il rovescio della medaglia nello smarrire sicurezze ed è un equilibrio sottile, ma sono convinto che avere più soluzioni abbia dei vantaggi”.


OSIMHEN “Victor è unico, completo, deve solo migliorare e raffinare la tecnica, è difficile trovarne altri. Dries, ad esempio, tecnicamente e nel posizionamento non sbaglia, ma se deve fare uno strappo di 70 metri è diverso, ma se gli capita una palla e tira la mette dove vuole. Petagna ne ha altre ancora, siamo assortiti bene, per ora si lavora correttamente restando tranquilli”.

SARRI “Avversario difficile, qui ha giocato con il collettivo, tenendo la squadra corta, con passaggi stretti. Sarà una partita di livello, vera, stanno bene e lo hanno dimostrato in settimana”.


CAMALEONTICO “Il Napoli dev’essere così, se affronto un discorso del genere è perché lo ritengo un vantaggio, cambiare modulo può dare qualcosa. Secondo me bisogna lavorarci più in profondità, ma è un vantaggio per la squadra. Attacco? Se parliamo di movimenti sulla trequarti dobbiamo migliorare qualcosa, credere di più nelle entrate nel campo e perfezionare qualcosa nello stretto”.

MERTENS“Ha molta confidenza con la porta, sa fare il ruolo dell’attaccante che c’è o non c’è, che vedi e poi non lo trovi, funziona così. Altri ti danno riferimento. Mi diverto quando chiedono al centrale difensivo chi ti piacerebbe marcare e loro dicono quello più visibile e grosso. Ovviamente piace meno marcare quello piccolino, poi va costruito sulle caratteristiche, quello grosso quando pressi bene se gliela butta lui la controlla e partono tutti, sono situazioni diverse e tutte e due redditizie se le fai funzionare“.

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