“Napoli è morta”: l’accusa di una rivista americana sull’overtourism e le reazioni

La rivista americana "Politico" denuncia l'impatto negativo del turismo di massa su Napoli, mentre albergatori e commercianti difendono il settore.

La rivista americana “Politico” ha recentemente pubblicato un articolo dal titolo “Naples is dead” (“Napoli è morta”), in cui denuncia l’impatto negativo del turismo di massa sulla città partenopea. Secondo il reportage, Napoli sarebbe diventata un “parco giochi” e una “pasticceria a cielo aperto”, con un turismo che “affama i poveri e arricchisce i ricchi”. L’articolo sottolinea come anche la cultura locale sia ormai pensata più per i turisti che per i residenti. 

L’impatto dell’overtourism sul centro storico

Negli ultimi anni, il centro storico di Napoli ha vissuto una trasformazione significativa a causa dell’aumento esponenziale del turismo. Secondo dati riportati da VDnews, oltre 11.000 appartamenti sono stati messi in affitto su piattaforme come Booking e Airbnb, mentre dal 2014 ad oggi si sono registrati più di 10.000 sfratti. Questo ha portato a una crisi abitativa, con famiglie costrette a lasciare le proprie case e studenti che faticano a trovare alloggi a prezzi accessibili. 

Inoltre, un’inchiesta di RaiNews evidenzia come il fenomeno dell’overtourism abbia portato alla conversione di storiche abitazioni popolari, i cosiddetti “vasci”, in bed & breakfast, offrendo ai turisti un’illusione di autenticità a scapito dei residenti. Questo processo ha contribuito all’aumento dei canoni d’affitto e dei prezzi delle case, rendendo la vita sempre più difficile per i residenti storici. 

Le reazioni delle istituzioni e degli operatori del settore

Di fronte alle critiche mosse da “Politico”, le reazioni locali non si sono fatte attendere. Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania, ha dichiarato: “Napoli non è morta per il turismo, che prima non aveva, ma l’ha costruito, e oggi facciamo concorrenza a tante capitali europee perché diamo servizi eccellenti a prezzi convenienti”. Ha inoltre sottolineato che si stanno costruendo nuovi alberghi a cinque stelle per attrarre un turismo di qualità e di lusso.

D’altra parte, l’assessore comunale al Turismo, Teresa Armato, ha scelto di non commentare l’articolo di “Politico”. Tuttavia, il Comune di Napoli ha istituito una cabina di pilotaggio e un comitato tecnico-scientifico per affrontare le sfide poste dall’overtourism, cercando di coniugare lo sviluppo delle comunità locali con la salvaguardia del patrimonio culturale. 

Proposte e iniziative per affrontare l’overtourism

Per contrastare gli effetti negativi del turismo di massa, sono state avanzate diverse proposte. Ad esempio, il quotidiano “Il Roma” ha riportato l’idea di introdurre un ticket per l’accesso al centro storico di Napoli, simile a quanto previsto per gli Scavi di Pompei, al fine di limitare il sovraffollamento turistico. 

Inoltre, il progetto di ricerca NA VITA, sviluppato da Almaviva Digitaltec con il supporto della Fondazione Quartieri Spagnoli ETS – FoQus, mira a realizzare un modello di analisi e monitoraggio del turismo per comprendere le molteplici ricadute dell’overtourism sul territorio del Comune di Napoli. Questo approccio scientifico prevede l’ascolto del territorio e l’elaborazione dei dati per supportare le decisioni pubbliche in un’ottica di sostenibilità.

Infine, associazioni per il diritto all’abitare hanno presentato una petizione al Comune di Napoli, raccogliendo 8.000 firme per chiedere il blocco immediato delle licenze per nuove case vacanze e l’implementazione di nuove politiche per l’edilizia residenziale pubblica, al fine di affrontare la crisi abitativa nel centro storico. 

In conclusione, mentre il turismo ha portato benefici economici alla città, è evidente la necessità di trovare un equilibrio tra l’accoglienza dei visitatori e la tutela dei diritti dei residenti, per preservare l’autenticità e la vivibilità di Napoli.

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