Marotta: “Il calcio italiano vive una fase di transizione, non possiamo competere con Real Madrid e Premier League”

Il presidente dell'Inter, Giuseppe Marotta, discute le differenze di mercato tra club italiani ed esteri e l'importanza delle plusvalenze per la sostenibilità finanziaria.

Il presidente dell’Inter, Beppe Marotta, ha tracciato un’analisi lucida e realista dello stato del calcio italiano durante un intervento all’Hotel Principe di Savoia di Milano, durante l’evento “Il calcio del futuro”. Le sue parole hanno toccato temi cruciali come la sostenibilità economica, il mercato dei giovani talenti e la modernizzazione delle infrastrutture sportive.

“Il nostro calcio è di transizione”

Marotta ha spiegato che la Serie A non vive più i fasti di inizio anni Duemila, quando il campionato italiano dominava i ranking UEFA:

“Oggi il nostro campionato è di transizione, non come negli anni 2000, quando rappresentavamo il ranking migliore di tutti ed eravamo anche competitivi. Oggi il giocatore più importante ti arriva quando ha 40 anni. Noi non siamo in grado di comprare un calciatore come fa il Real Madrid.”

Il caso Mastantuono e i limiti economici

Il dirigente nerazzurro ha citato come esempio il giovane talento Giuliano Mastantuono, osservato speciale del mercato europeo:

“Mastantuono pagato 60-70 milioni? Le squadre italiane, se vanno a comprare un giocatore del 2004, 2005 o 2006, al massimo possono spendere 30-35 milioni. Inter, Milan, Juve, Roma, Napoli e Atalanta sono costrette a fare player trading e plusvalenze. La vendita dei giocatori è diventata una necessità di bilancio.”

Marotta ha sottolineato la differenza abissale tra Italia e Inghilterra sul fronte dei diritti televisivi:

“I diritti tv inglesi sono quattro volte i nostri: loro arrivano a 3 miliardi, noi a 200 milioni. Questo limita il nostro potere competitivo.”

Inter tra futuro e sostenibilità

Sul piano societario, Marotta ha annunciato investimenti mirati nella struttura e nella crescita umana del club:

“Stiamo rinnovando il centro sportivo di Appiano Gentile. Bisogna immaginare come sarà il calcio tra 15 anni. Nel nostro piano ci sono 20 psicologi, dalla prima squadra ai più piccoli.”

Riguardo al progetto del nuovo stadio, ha aggiunto:

“Abbiamo conquistato un posizionamento importante. Siamo pronti a costruire un impianto moderno, rispettoso dei cittadini e della sostenibilità ambientale. Ora siamo nella fase burocratica: a novembre faremo il rogito per l’acquisizione del vecchio San Siro e delle aree limitrofe.”

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