Enrico Lubrano, avvocato difensore del Napoli (con Mattia Grassani) al Collegio di Garanzia del CONI, ai nostri microfoni:
“Abbiamo dato chiarezza ed evidenza a situazioni di fondatezza giuridica. Il lavoro vero è stato determinato dalla condotta legittima e di buona fede e lineare che era stata tenuta dalla SSC Napoli in quei due giorni di inizio ottobre. L’abbiamo dimostrato. Sono sempre stato molto convinto della fondatezza delle ragioni, ma so anche che la giustizia è aleatoria ed è per questa ragione che con la società abbiamo condiviso l’impostazione di non parlare prima dell’udienza. Sapevamo di essere forti ma non volevamo parlare, non avrebbe avuto senso. Erano state compiute valutazioni giuridiche errate con una certa evidenza. Non si era tenuto conto del fatto che la preclusione alla trasferta era stata già emanata al sabato. E’ vero che c’erano solo provvedimenti di isolamento domiciliare del gruppo squadra, ma questo comportava l’obbligo di rimanere presso la propria dimora. Sarebbe servita una sorta di casa volante… Battute a parte, ricordiamo che non si poteva andare in quei momenti neanche al supermercato”.