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Massimiliano Allegri commenta la vittoria della sua squadra nello scontro diretto contro l’Inter, sottolineando l’importanza del risultato e la necessità di migliorare contro le squadre meno quotate.
In una serata in cui la squadra di Maurizio Sarri ritrova ritmo, idee e concretezza, la Lazio supera il Lecce con un 2-0 che sta persino stretto ai biancocelesti. Le occasioni prodotte, i due pali colpiti nella ripresa e una gestione del gioco nettamente superiore raccontano una gara dominata dall’inizio alla fine. Per i salentini, invece, una serata di sofferenza e poche soluzioni offensive.
All’Olimpico, la protesta contro la dirigenza svuota la Curva Nord e parte degli altri settori, ma il clima rarefatto non pesa sulla prestazione della squadra. Sarri riorganizza la linea difensiva spostando Marusic a destra e riproponendo Pellegrini sulla fascia opposta. Di Francesco risponde con la novità Camarda al centro dell’attacco. L’avvio è vibrante: al 5’ Sottil trova la rete, ma l’esultanza dura un attimo, perché Arena annulla per un fallo evidente ai danni di Isaksen.
La Lazio cresce con il passare dei minuti, aumentando la velocità delle trame e il numero di uomini coinvolti nella manovra offensiva. Al 29’ arriva il gol che sblocca la partita: Basic sfonda sulla sinistra, mette al centro un pallone teso che Guendouzi trasforma in rete con un destro in spaccata che tocca il palo prima di superare Falcone. È il premio alla supremazia territoriale mostrata fino a quel momento. Poco prima dell’intervallo il francese sfiora il raddoppio con un sinistro che lambisce il palo.
A inizio secondo tempo Cataldi resta negli spogliatoi per un problema muscolare: entra Vecino. Dall’altra parte dentro Banda e Stulic per provare a dare vivacità a un Lecce ancora troppo timido. Sembra però cambi poco: al 6’ Dia trova il gol del raddoppio, ma il Var corregge la decisione di Arena segnalando una spallata fallosa su Tiago Gabriel.
È l’episodio che scuote ulteriormente la Lazio, capace di aumentare la pressione con continuità. Falcone tiene in piedi i giallorossi con due interventi decisivi su Marusic e Isaksen, mentre Di Francesco prova nuove soluzioni inserendo Pierotti, poi N’Dri e Kaba. L’unico vero lampo salentino arriva al 23’, quando Thiago Gabriel impegna Provedel con un tiro centrale.
I biancocelesti rispondono con una fiammata doppia: al 27’ prima Guendouzi e poi Zaccagni colpiscono il palo nella stessa azione, un segnale di quanto il risultato resti in bilico solo per la scarsa fortuna sotto porta.
Nel finale Sarri perde Gila per un infortunio muscolare e inserisce Patric, poi richiama Dia e lancia Noslin per sfruttare gli spazi larghi lasciati dal Lecce nel forcing finale. La scelta si rivela perfetta: a pochi secondi dal termine dei sette minuti di recupero, Provedel rilancia lungo, Noslin scappa via in velocità e batte Falcone per il 2-0 definitivo.
Un gol che conferma la superiorità della Lazio e consente alla squadra di Sarri di risalire al settimo posto, agganciando il Como in attesa del match della squadra lombarda contro il Torino. Per il Lecce, invece, una prova opaca in cui la qualità avversaria e la scarsa precisione nelle rare occasioni create hanno fatto la differenza.
La Lazio riparte con tre punti che pesano e con sensazioni ritrovate: intensità, manovra e fiducia sembrano finalmente tornate alle altezze richieste da Sarri.
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