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Jannik Sinner ha raggiunto le finali di tutti e quattro i tornei del Grande Slam e delle ATP Finals nel 2025, un’impresa precedentemente realizzata solo da Roger Federer e Novak Djokovic.
Il secondo titolo consecutivo alle ATP Finals non racconta soltanto di un dominio sportivo, ma anche della maturità personale che Jannik Sinner ha mostrato davanti al suo pubblico. Dopo aver liquidato Carlos Alcaraz in due set, l’azzurro si è abbandonato a un momento che raramente concede agli obiettivi: un ritorno alle persone che, nella sua quotidianità, rappresentano il centro di gravità. Dal fratello Mark al manager Alex Vittur, dalla squadra storica fino a Laila Hasanovic. L’abbraccio con lei, breve e intenso, è diventato l’immagine simbolo della sua serata.
La celebrazione è iniziata come sempre dal gruppo di lavoro, lo stesso che accompagna Sinner dalle prime scalate nel circuito. Un saluto stretto a ogni componente, poi il passaggio della racchetta della finale a Vittur, gesto che Jannik riserva solo nei momenti davvero speciali. Subito dopo, l’incontro con Mark, il fratello che lo segue dall’inizio di questo viaggio e che a Torino ha preso il posto dei genitori, rimasti assenti quest’anno.
E poi lei. Laila Hasanovic, da Vienna in poi presenza fissa nel box di Sinner, ha raggiunto il tennista a bordo campo con un sorriso appena accennato ma pieno di significato. L’incontro si è risolto in pochi secondi, ma lo scambio di sguardi ha detto più di mille parole: complicità e naturalezza, senza bisogno di sovrastrutture. L’anello mostrato dalla modella sui social nei giorni scorsi ha alimentato ipotesi, ma Sinner ha glissato con ironia. Al di là dei simboli, il legame appare ormai un elemento di stabilità nella vita dell’altoatesino.
L’ultimo atto è una foto che vale più del trofeo: Sinner con il team, Mark, Laila e perfino Snoopy, il cane inseparabile della modella. Un ritratto spontaneo, quasi domestico, che ha restituito la dimensione più privata di un campione concentrato, spesso introverso, ma sempre più disposto a lasciar filtrare le sue emozioni. Il pubblico torinese, reduce da una serata intensa con una standing ovation anche per Alcaraz, ha risposto con un calore che Sinner ha definito “da stadio”.
La vittoria delle Finals chiude un anno monumentale: due Slam, tre Masters 1000, due ATP 500 e ora il titolo che lo consacra nuovamente re dell’indoor. Manca solo il numero uno del mondo, che rimane nelle mani di Alcaraz, ma la distanza esigua e la solidità mostrata lasciano intuire che la rincorsa ripartirà già dagli Australian Open.
Accanto ai risultati, c’è un equilibrio personale sempre più evidente. La vicinanza di Laila, la costanza del team, il legame familiare con Mark: tutto concorre a delineare un contesto che permette a Sinner di esprimersi con naturalezza dentro e fuori dal campo. È un campione nel pieno della sua maturità sportiva, e la serenità privata sembra parte integrante di questo percorso.
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