La strada dell’Italia verso il Mondiale 2026 passa da Debrecen. Lunedì 8 settembre, contro Israele, gli Azzurri di Gennaro Gattuso si giocano molto più di tre punti: in palio c’è la possibilità di rimettere in equilibrio un girone che, dopo un avvio complicato, resta ancora apertissimo.
Il 5-0 rifilato all’Estonia all’esordio di Gattuso in panchina ha ridato fiato e morale a un gruppo che si era complicato la vita. Norvegia guida il Girone I con 12 punti, Israele insegue a 9, Italia terza a quota 6 ma con una partita in meno. Il margine è colmabile, ma solo vincendo: il secondo posto vale l’accesso ai playoff, mentre solo la prima classificata strappa il biglietto diretto per il Mondiale.
Contro Israele non c’è alternativa: serve un successo per agganciare la zona calda della classifica e ribaltare anche la differenza reti, oggi favorevole agli Azzurri dopo la goleada di Tallin. Una vittoria lunedì spianerebbe la strada verso le sfide d’autunno, con il big match contro la Norvegia fissato a San Siro il 16 novembre.
Il bilancio storico dice 6 vittorie e un pareggio per gli Azzurri nei sette incroci con Israele. L’ultimo, lo scorso ottobre in Nations League, si era chiuso con un netto 4-1 a Udine. Ma i numeri, stavolta, contano poco: sarà il campo di Debrecen a dire se l’Italia ha davvero imboccato la strada giusta.
Per Gattuso, per i suoi giocatori e per un Paese intero, Italia–Israele è più di una tappa: è uno snodo. Vincere significherebbe rilanciare le ambizioni mondiali e restituire fiducia a una Nazionale che non può permettersi un altro passo falso.
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