Napoli sta affrontando un aumento significativo dell’inquinamento atmosferico, con diverse zone della città che registrano livelli preoccupanti di smog. Secondo il rapporto “Mal’Aria di città 2025” di Legambiente, nel 2024 il capoluogo campano ha superato i limiti giornalieri di PM10 per 57 giorni, posizionandosi tra le 25 città più inquinate d’Italia.
L’incrocio tra via Santa Teresa degli Scalzi, via Pessina e via Salvator Rosa, nei pressi del Museo Nazionale, è emerso come l’area più inquinata di Napoli. Thomas Strauss, fisico dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte e consigliere della Municipalità 2, ha analizzato i dati delle centraline dell’ARPAC, evidenziando che negli ultimi quattro anni questa zona ha costantemente superato i limiti annuali di ossido di azoto (NO2). “Nel centro di Napoli negli ultimi 4 anni abbiamo sforato i limiti tutti gli anni, la soglia è fissata a 40 microgrammi per metro cubo come limite della media annuale fissato dall’OMS”, ha dichiarato Strauss.
Oltre all’incrocio del Museo Nazionale, altre aree di Napoli mostrano livelli preoccupanti di inquinamento. Piazza Municipio, situata di fronte al porto e all’Università, ha registrato picchi di PM10 fino a 146 microgrammi per metro cubo durante le ore di monitoraggio. Anche Piazza Bellini, nonostante sia una zona a traffico limitato, ha mostrato valori elevati, con picchi di 64 microgrammi per metro cubo.
Nel contesto regionale, Napoli non è l’unica città a fronteggiare problemi di inquinamento atmosferico. Acerra ha registrato 86 giorni di superamento dei limiti di PM10 nel 2024, mentre San Vitaliano ha raggiunto 58 giorni. Questi dati evidenziano una situazione critica in diverse aree della Campania, sottolineando la necessità di interventi mirati per migliorare la qualità dell’aria.
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