Rasmus Hojlund ha raccontato a Sports Illustrated i dettagli del suo trasferimento al Napoli e le prime impressioni sulla nuova esperienza. “Sono veramente felice qui, me la sto godendo tutta. Non voglio essere troppo espansivo, anche perché sono ancora piuttosto giovane e a volte posso essere un po’ impertinente”, ha detto l’attaccante. Hojlund ha spiegato che il Manchester United gli aveva comunicato di non rientrare nei piani della stagione e che per lui e per il Napoli quella è stata una vera opportunità. “Ho voluto l’azzurro subito, ho parlato con Manna e poi con Conte, ho capito il senso di questa sfida per me. La prima chiamata con Conte è stata breve ma molto chiara. Entrambi sapevamo che fosse un passo giusto per me. Quando un allenatore come lui ti chiama, devi dire solo sì. Per l’età che ho, ho già giocato tanto, non credo di essere ancora un calciatore esperto ma, di certo, ho già molte partite alle spalle”.
Hojlund ha sottolineato come sia cambiato rispetto al periodo trascorso a Manchester. “Mi sento già diverso rispetto al me vent’enne arrivato a Manchester. Sono più concentrato sul cammino da fare. Se oggi sbaglio una partita provo a mettermela alle spalle immediatamente, per ripartire: è successo con il rigore sbagliato contro il Qarabag, mi ha devastato, ma ho provato comunque a dare il mio contributo, a fare un assist ai compagni. E lo faccio anche quando segno un gol, per ripartire subito. I compagni di squadra mi possono tutti insegnare tanto. A casa ho una maglia di Lukaku oggi, perché ho sempre amato questa squadra e l’ho sempre preso un po’ a modello nella mia carriera. Ovviamente io voglio giocare, ma voglio anche imparare da lui”.
Hojlund ha raccontato di aver parlato con McTominay prima di accettare il Napoli: “Siamo in momenti diversi della carriera. Io ho ancora molto da imparare, lui è più esperto. Io sono giovane e ho bisogno di giocare, e questa era una grande opportunità per me. Mi piace tenere l’asticella alta. Se ti accontenti, rischi di rilassarti. Io cerco sempre di migliorarmi: nei gol, nel gioco, nella crescita personale. Persino nell’imparare l’italiano. Inserirsi in una nuova cultura è fondamentale, soprattutto qui in Italia, dove la lingua è importantissima. Ora capisco praticamente tutto, anche se parlare in dialetto napoletano è un’altra cosa!”. Hojlund ha poi aggiunto: “A quale attaccanti mi ispiro? Lukaku è uno di quelli. Cristiano Ronaldo è il mio idolo più grande: non per lo stile di gioco, ma per mentalità e fame di gol. È sempre stato un esempio per sicurezza, mentalità e voglia di migliorare. Non gli importa di quello che pensano gli altri, vuole solo crescere. Lo ammiro tantissimo. E poi Lewandowski: movimenti incredibili, può fare tutto”. Sulla Danimarca e il Mondiale, Hojlund ha dichiarato: “Cerco di aiutare. Non voglio essere troppo rumoroso, sono ancora giovane, ma in campo mi prendo le mie responsabilità. Voglio crescere anche come leader. La Danimarca è casa mia, ma ora anche l’Italia lo è, e mi piace tantissimo”.
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