Gian Piero Gasperini, allenatore dell’Atalanta, ha recentemente espresso la sua filosofia riguardo alla crescita dei giovani calciatori, enfatizzando l’importanza di valorizzare i talenti emergenti senza imporre loro pressioni immediate per ottenere risultati.
Gasperini ha sottolineato come sia fondamentale permettere ai giovani di svilupparsi senza l’ansia di dover subito performare ad alti livelli. Secondo il tecnico, chiedere immediatamente risultati ai giovani può essere controproducente, poiché potrebbe ostacolare il loro naturale processo di crescita e apprendimento. L’Atalanta, sotto la sua guida, ha sempre puntato su un modello che privilegia la formazione e la valorizzazione dei talenti, piuttosto che la ricerca immediata del successo.
Gasperini ha sottolineato come, all’interno dell’Atalanta, l’obiettivo principale non sia tanto ottenere vittorie immediate quanto valorizzare i giocatori, in particolare i giovani. Ha spiegato che il lavoro parte dalle qualità da sviluppare nei ragazzi, ricordando come la sua carriera sia iniziata nei settori giovanili e sia poi proseguita in club che puntavano proprio sulla crescita dei giovani. A suo avviso, in Italia si commettono errori nella gestione dei vivai, poiché i club professionistici tendono a selezionare ragazzi che si distinguono per caratteristiche fisiche superiori rispetto agli altri, una scelta che penalizza la formazione di veri talenti e porta a squadre di Serie A sempre più popolate da giocatori stranieri. Gasperini ha fatto un paragone con il Barcellona, dove – eccezion fatta per Yamal, considerato un talento fuori dal comune – i giovani non si distinguono particolarmente dal punto di vista fisico. In Spagna, ha osservato, si tende a rispettare maggiormente le caratteristiche del popolo mediterraneo, dando priorità alla tecnica.
Infine, parlando del concetto di squadra all’interno dell’Atalanta, Gasperini ha ricordato la situazione vissuta l’anno precedente con i due portieri: da un lato Carnesecchi, giovane in crescita, e dall’altro Musso, su cui la società aveva investito. Una situazione che avrebbe potuto generare un dualismo complicato, ma che invece – ha spiegato il tecnico – si è risolta positivamente grazie alla maturità dei due giocatori, che sono riusciti autonomamente a creare un buon rapporto, diventando amici e collaborando tra loro. Musso, che a gennaio non aveva trovato una nuova destinazione, è poi diventato il titolare nelle coppe, contribuendo alla vittoria dell’Europa League. Entrambi, ha sottolineato Gasperini, si sono messi a disposizione l’uno dell’altro, senza conflitti. Ha infine ammesso di non avere alcun merito diretto nella gestione di questa situazione, dato che fino a dicembre li aveva semplicemente alternati.
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