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Il difensore svizzero Manuel Akanji si prepara al debutto con l’Inter nel Derby d’Italia contro la Juventus, ispirandosi a Thiago Silva e puntando sulla sua calma come punto di forza.
L’attesa per Juventus-Inter, in programma sabato alle 18 all’Allianz Stadium, cresce di ora in ora. A caricare ulteriormente la vigilia ci pensa Felipe Melo, doppio ex del Derby d’Italia, che in un’intervista a La Gazzetta dello Sport non nasconde la sua fede: «L’Inter è nel mio cuore».
Il centrocampista brasiliano, alla Juventus dal 2009 al 2011, ripercorre quegli anni con lucidità:
«Ero giovane e immaturo, ho giocato quasi 100 partite ma ho commesso dozzine di errori che ho pagato. Una volta persi palla, il pubblico fischiò e mandai tutti a quel paese. Mia moglie a casa mi rimproverò. Litigavo con tutti, ero scontroso e nervoso. Anche con Chiellini ebbi una discussione, ma poi facemmo pace».
Ben diverso il racconto dell’esperienza all’Inter (2015-2017):
«De Boer non ha mai capito niente di calcio, non parlava italiano e stava sulle palle a tutti. Umiliò pure Gabigol chiamandolo Gabi-ex-gol. Infatti durò tre mesi. Poi arrivò Pioli e le cose cambiarono. Io l’Inter ce l’ho nel cuore: a casa ho ancora la prima pagina della Gazzetta dopo un mio gol al Verona, quando baciai mia moglie. Era il 2015, titolavano “fuga al bacio”. Mancini mi volle fortemente e non esitai. Mi dispiace solo essere rimasto poco».
Melo ricorda anche i retroscena di mercato: «Potevo andare all’Inter già nel 2009, ma Corvino mi disse: “O vai a Torino o vai a Torino”. La Juve pagò i 25 milioni della clausola, inserendo Marchionni nella trattativa. A Firenze non la presero bene, fui contestato. Eppure lì è nata mia figlia, ho amato la città e il Franchi».
Sulle squadre attuali, Melo non ha dubbi:
«L’Inter è la più forte. Lautaro Martinez è tra i primi tre attaccanti del mondo: al Pallone d’Oro 2024 meritava molto più del settimo posto. Mi piacciono Sucic, che può diventare determinante, e Pio Esposito. Dumfries sta vivendo un periodo d’oro: la palla gli sbatte addosso ed entra. Calhanoglu, invece, è la mente del gioco».
Sulla Juventus, il giudizio è più severo:
«Al Mondiale contro il City sono stati vergognosi. Tudor non mi fa impazzire, non sembra niente di eccezionale: è contro squadre come l’Inter che deve fare la differenza. Bremer è il giocatore imprescindibile, l’anno scorso è mancato come l’aria. Yildiz invece mi entusiasma: avrei corso il triplo per un talento come lui».
Melo non si sbilancia sul risultato, ma spera in una gara spettacolare:
«Spero di vedere tanti gol. Io tiferò Inter, ma quello che voglio è una partita all’altezza del Derby d’Italia».
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