“Non si può essere europeisti solo quando fa comodo. Così come sono contrario al numero sulla divisa di poliziotti, finanzieri e forze dell’ordine, lo sono anche per chi viene fermato. Nessuno di noi è un numero, siamo persone. In altri tempi chiamavano le persone per numero. Speriamo che non accada più”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine di un incontro in Prefettura a Napoli sulle attività del Comitato Napoli 2500, in merito a quanto accaduto ai circa 200 tifosi del Napoli fermati a Eindhoven la sera prima della partita di Champions League tra gli azzurri e il Psv.
“Marchiare con i numeri le mani delle persone non è una cosa prevista dalle regole – ha incalzato il titolare della Farnesina -. Abbiamo detto al governo olandese che non è un trattamento che si può riservare a un cittadino, anche quando c’è un fermo. Ci possono essere degli errori da tutte le parti, ma abbiamo fatto sapere che da parte del governo italiano non c’era gradimento su questo atteggiamento”.
Il precedente e l’intervento immediato
Tajani ricorda che “quando sono venuti qui gli olandesi e hanno distrutto la Barcaccia non sono stati marchiati dalle nostre forze dell’ordine”. Il titolare della Farnesina assicura poi di aver seguito la vicenda “fin dal primo minuto. Subito si è attivata la nostra ambasciata – ha proseguito – e i funzionari si sono recati immediatamente a verificare cosa fosse successo e quali erano le condizioni dei nostri concittadini. Sono accadute alcune cose che ci hanno portato a chiedere spiegazioni al governo olandese attraverso il nostro ambasciatore, per sapere perché dei cittadini normali sono stati marchiati con i numeri sulla mano. Questo trattamento l’ha avuto sia chi aveva il biglietto sia chi non l’aveva”, ha concluso Tajani.
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