“Ehi Pocho, quella pistola è diventata un fucile”. Il retroscena di Febbrari su Ezequiel Lavezzi

Luigi Febbrari, preparatore atletico, ha rilasciato un’intervista a Radio Goal, in diretta su Kiss Kiss Napoli:

“Si gioca troppo nel calcio? Dico basta! Questi problemi, fino a ieri, erano stati addebitati al preparatore atletico ed è ora di finirla. Cacciano via i preparatori, ma non hanno capito che il momento di recupero è allenante, ma per sponsor e tv i calciatori continuano a rompersi. Dopo due o tre giorni di ritiro precampionato ti fanno già fare una partita, ma non contro i montanari, ma con una squadra di pari livelli. Perchè lo fanno? Perchè devono fare gli abbonamenti. Se un preparatore non ha tempo per lavorare non è giusto che vengano cacciati. A settimana piena si lavora l’11%, quindi anche in una situazione di normalità i tempi son questi. I ritmi sono altissimi. Non si devono nemmeno forzare i tempi di recupero. Una volta dopo una partita era normale aspettare il recupero di 72 ore, ora sono diventate 48. Lavezzi? Quando arrivò a Napoli era un po’ robusto. Ha un tatuaggio sulla pancia che è una pistola, io gli dissi ‘Ehy, Pocho, è diventato un fucile eh’. Lui si giustificava dicendo che si sarebbe messo in forma e andò così per fortuna. Quando ero a Napoli mi fidavo ciecamente del dottor De Nicola e la sua decisione era improrogabile. Quando mi dava l’ok allora iniziavamo a lavorare sul campo col calciatore”.

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