Edin Dzeko, attaccante bosniaco, ha recentemente rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport in cui ha ripercorso la sua carriera, soffermandosi su momenti salienti vissuti con diversi allenatori e squadre. Ha parlato del suo rapporto con Luciano Spalletti, definendolo “uno dei migliori che ho avuto”. Dzeko ha ricordato i primi mesi difficili alla Roma, durante i quali giocava poco e si sentiva deluso. Tuttavia, conoscendo meglio Spalletti, le cose sono migliorate notevolmente, poiché l’allenatore sa entrare nella testa dei giocatori. Ha espresso dispiacere per l’esperienza non positiva di Spalletti con la Nazionale, ritenendo che il tecnico debba stare sempre in campo, mantenendo un contatto continuo con la squadra. Per gli attaccanti, ha sottolineato, Spalletti è il numero uno assoluto, poiché tutti i palloni arrivano a loro. Dzeko ha anche menzionato Simone Inzaghi, definendolo una bravissima persona che fa star bene i giocatori, concedendo loro grande libertà. Ha riconosciuto la forza della squadra con cui ha lavorato sotto la guida di Inzaghi, sottolineando la continuità del lavoro svolto dal tecnico rispetto al suo predecessore, Antonio Conte. Ha ricordato come i compagni gli avessero parlato di Conte come di un fenomeno, con movimenti codificati che permettevano ai giocatori di sapere sempre cosa fare e dove andare. Con Inzaghi, Dzeko ha vissuto la gioia di alzare trofei, ma anche giornate difficili, come la finale di Istanbul e la partita contro il Bologna, che non dimentica.
A 39 anni, Dzeko è tornato in Italia per vestire la maglia della Fiorentina. Ha chiarito che non è tornato per fare il “vecchietto” leggero e spensierato, ma perché si sente ancora in forma, con la stessa testa e gli stessi piedi di sempre. Pur non essendo mai stato un giocatore dai movimenti rapidi, ha sottolineato l’importanza della cura del corpo e dell’alimentazione. Ha osservato come, un tempo, a 33 o 34 anni un calciatore fosse considerato arrivato, mentre oggi le cose sono cambiate, permettendo a giocatori come lui di percorrere ancora dieci o undici chilometri a partita. Ha menzionato l’arrivo di Luka Modric, più anziano di lui di qualche mese, sottolineando come il croato rappresenti un calcio senza età, capace di fare la differenza anche a quarant’anni. Ha riconosciuto la presenza di tanti giovani talentuosi nel campionato, citando l’acquisto di Leoni da parte del Liverpool e il trasferimento di Calafiori all’Arsenal.
Dzeko ha condiviso un ricordo particolare legato alla sua esperienza alla Roma, affermando che il 3-0 al Barcellona, dopo il 4-1 dell’andata, è stato come vincere la Champions League. Ha espresso il desiderio di rimanere a vivere in Italia con la sua famiglia, sottolineando come tutti e quattro i suoi figli siano nati nel paese. Riguardo al ritiro dal calcio, ha confessato di comprendere ora Francesco Totti, riconoscendo quanto sia doloroso e destabilizzante lasciare ciò che è stata la propria vita per più di vent’anni. Ha dichiarato di voler arrivare al momento del ritiro con la testa giusta, pronto a staccare quando sarà contento di chiudere la sua carriera.
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