Alla vigilia delle sfide con Estonia e Israele, Gianluigi Donnarumma ha parlato a Coverciano da capitano della Nazionale e, per la prima volta, da nuovo portiere del Manchester City. Il trasferimento in Premier League è arrivato dopo l’addio forzato al Paris Saint-Germain, deciso da Luis Enrique nonostante le parate del numero uno azzurro abbiano contribuito alla vittoria della Champions League.
“Magari gli ultimi giorni ho un po’ risentito della situazione, ma non vedevo l’ora di andare al City. Sono lusingato del fatto che Guardiola mi abbia fortemente voluto. Vado a giocare nella squadra probabilmente più forte del mondo”, ha dichiarato Donnarumma, emozionato ma determinato a intraprendere questa nuova avventura.
Sul suo addio al Psg, il portiere non ha nascosto la delusione, ma ha sottolineato l’affetto ricevuto nello spogliatoio: “Ho sempre avuto un buon rapporto col mister e ho apprezzato che sia stato molto diretto con me. Io deluso da lui? È giusto che ogni allenatore faccia le sue scelte, ma aver ricevuto il supporto di tutto l’ambiente del Paris e dei miei compagni mi ha fatto capire che cosa ho dato. Sono queste le cose importanti. In quattro anni a Parigi mi sono sentito a casa, non lo dimenticherò mai”.
Sul fronte azzurro, Donnarumma sposta l’attenzione: “Gattuso ho avuto la fortuna di averlo come allenatore al Milan e so che persona è. Daremo tutto. Bisogna essere umili e affiatati. Siamo una squadra giovane, affamata e forte. Cercheremo di emozionare gli italiani”.
Il rischio di mancare tre Mondiali consecutivi non lo spaventa: “Non ci penso. È stata la mia migliore stagione, se penso a quello che abbiamo vinto col Psg. Obiettivi e sogni ne ho ancora. E il primo adesso è la Nazionale”.
Sulla Serie A, impoverita dall’emigrazione di molti talenti in Premier League, il portiere azzurro difende il campionato italiano: “Seguo la Serie A e trovo sbagliato dire che abbia poco talento. La Nazionale è giovane e forte e ne prenderà a poco a poco consapevolezza, ne sono sicuro”.
Poi un pensiero al rapporto con Guardiola, che lo ha voluto fortemente: “So che sono cresciuto tanto. E che sono orgoglioso di essere stato chiamato da Guardiola, con lui posso crescere ancora”.
Infine, un accenno a Spalletti e al nuovo corso di Gattuso: “I risultati non sono stati solo colpa sua, ma anche nostra. L’ho sentito, sono contento di avere instaurato un bel rapporto con lui. La cosa più importante che ci è mancata con la Norvegia è che non abbiamo avuto la forza di rialzarci. Con Gattuso ci stiamo lavorando. La pressione non dobbiamo subirla, dobbiamo tornare dove meritiamo”.
Nel mezzo del suo percorso personale, anche il legame con Jannik Sinner: “Lo sento sempre, di tutto parliamo tranne che di calcio e di tennis. È un bel rapporto il nostro”.
E sulla partita con Israele, inevitabile un pensiero al contesto: “Fa male quello che vediamo, vorremmo la pace, ma le situazioni politiche sono più grandi di noi”.
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