Dopo aver dedicato una carriera intera alla Roma, ora Daniele De Rossi si prepara ad affrontarla da allenatore. L’ex capitano giallorosso, oggi tecnico del Genoa, sarà protagonista di un incontro che ha del surreale: lunedì prossimo, per la prima volta, avrà l’opportunità di sfidare la sua vecchia squadra, un’esperienza che ha definito “contro natura”.
In una lunga intervista con Massimo Ambrosini per Dazn, De Rossi ha rivelato i sentimenti contrastanti che accompagnano questo momento. “Ho sempre desiderato che la Roma vincesse, ma ora devo lavorare per farla perdere. È una cosa che non avrei mai immaginato”, ha dichiarato, con un sorriso che tradisce la difficoltà emotiva di una scelta obbligata. “Adesso la guardo da collega, da ex giocatore, se vincono sono contento per loro”, ha aggiunto, evidenziando il rispetto che nutre per il club che gli ha dato tanto.
Nel corso dell’intervista, De Rossi non ha nascosto le ferite aperte legate alla sua esperienza alla Roma. Nonostante avesse visto il potenziale della squadra e fosse convinto che il gruppo potesse lottare per lo scudetto, è stato esonerato nel 2022, lasciando dietro di sé un senso di incompiutezza. “Mi dispiace per come è andata. Sapevo che la squadra sarebbe esplosa, avevamo un progetto solido”, ha spiegato. Nonostante i rispettivi presidenti, i Friedkin, gli avessero garantito rispetto e libertà di manovra, De Rossi ha sentito che il suo esonero fosse prematuro e ingiusto: “Non lo meritavamo io e il mio staff”.
A chi gli chiedeva se ci fossero stati dissapori con i dirigenti, De Rossi ha risposto con franchezza: “Non voglio che passi il concetto che avessi problemi con i dirigenti. È solo che non doveva finire così”, ammettendo di non aver mai tradito la fiducia della società né il legame con la città e i tifosi.
De Rossi ha poi raccontato della sua difficile transizione dal calcio giocato a quella di allenatore, riflettendo sulla fine della sua carriera da calciatore. “Non è stato così doloroso come si pensa. Volevo giocare per sempre a Roma, ma ero anche curioso di nuove esperienze”, ha spiegato. Sebbene avesse avuto diverse offerte, tra cui quelle del Sassuolo e della Fiorentina, ha scelto di non continuare la sua carriera da calciatore in un’altra squadra, soprattutto per il rispetto che provava per la Roma.
Il ritiro, tuttavia, non è stato facile: “Quando smetti di giocare e poi arriva il Covid, ti accorgi di cosa stai perdendo, di quanto sia difficile restare lontano da quel mondo che ti ha dato tutto”, ha aggiunto, parlando della solitudine che ha provato una volta appese le scarpe al chiodo.
Nel parlare del suo percorso da allenatore, De Rossi ha ricordato le figure che lo hanno ispirato. Tra questi, spiccano Luis Enrique, di cui ammirava il modo di allenare e la visione del gioco. Ma oggi, guardando al futuro, i suoi modelli sono anche altri: “Un riferimento per me oggi è Enzo Maresca, che sono andato a vedere, e anche Andoni Iraola. Mi affascinano molto. Non smetto però di guardare anche Spalletti, Gasperini e Conte”, ha rivelato, dimostrando una grande apertura verso nuove idee e approcci tattici.
Il ritorno all’Olimpico rappresenta per De Rossi un momento emotivamente complesso, ma anche un’opportunità di crescita come allenatore. L’ex numero 16 giallorosso è pronto a sfidare la sua ex squadra, consapevole che il calcio, come la vita, è fatto di sfide e nuovi inizi.
La sfida contro la Roma non sarà solo una partita, ma un vero e proprio capitolo di vita per Daniele De Rossi. Dopo anni di legame profondo con il club della capitale, il tecnico del Genoa dovrà affrontare il suo passato con professionalità e cuore, consapevole che, sebbene la vita da allenatore lo porti a “far perdere” la Roma, il legame con la squadra e la città non finirà mai del tutto.
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