Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha parlato ai margini della celebrazione dei 130 anni de Il Mattino della situazione del calcio attuale ed anche del suo club: “Centotrent’anni, e la storia continua: quella de Il Mattino, il principale quotidiano del Mezzogiorno che oggi ha celebrato il prestigioso traguardo con un evento ospitato dal Teatrino di Corte del Palazzo Reale di Napoli, nel corso del quale il Direttore uscente Federico Monga ed il Direttore designato Francesco de Core introdurranno ben 13 faccia a faccia tra protagonisti del Nord e del Sud d’Italia dei vari settori della testata.
Nei ruoli istituzionali non sempre c’erano figure legate al mondo del calcio, sì c’è Gravina fallito col Castel di Sangro, per il resto questi signori non hanno mai frequentato una realtà di calcio e non conoscono i problemi. Fanno solo finta di conoscerli ma non possono immaginarli e capirli. Per loro è fondamentale mettersi una medaglia istituzionale con la quale comandare per governare il più a lungo possibile. Non voglio accusare Ceferin o Infantin, ma abbiamo visto la fine di Blatter o Platini. Il problema è che c’è una posizione dominante e assoluta della Uefa che condiziona tutto il movimento calcistico affinché possa crescere. In più abbiamo avuto la disgrazia dei politici italiani che hanno combinato con delega allo sport solo disastri o guai. Ora la Vezzali da brava olimpica sa tirare di fioretto anche in un ambiente dove era poco edotta e ci sta dando una mano. Per quattro anni non abbiamo fatto molto.
L’Europa cosa fa? Si mette la medaglia, fa un torneo, la Champions ha una sua importanza, l’Europa League molto ma molto meno e consuma molte energie, la Conference League è inesistente. Perché fa tutti questi tornei? Perché come votazione ogni nazione vale un voto, quindi più accontento tutti e più sono rieleggibile. Noi siamo i pulcinella di questi signori. Il calcio inglese è il numero uno nel mondo perché ha fatto di industria e impresa la sua filosofia, se invece in maniera comunista e populista si voleva accontentare tutti…è chiaro che hanno combinato un disastro durato tanti anni dando ad Infront e vari agenti la possibilità di vendere quello che noi facevamo a loro uso e consumo e per i loro comodi e per i loro interessi. Ora queste persone non ci sono più ma c’è rischio di continuare a lungo con questa tiritera se non cambiamo rotta. Il nostro referente è il tifoso che si divide in due tipologie: quello che viene allo stadio e quello che ci guarda in tv o su ipad o sul cellulare. Sono due tipologie di tifoso diverse.
Gli stadi inglesi sono pieni da quando gli Hooligans sono stati messi fuori da stadio e dai pub, devono stare a casa altrimenti li arrestano. Se uno si alza dallo stadio uno viene richiamato o cacciato e per un anno non entri più. Da noi avete visto tutto quello che è successo a La Spezia. Quando ti rendi conto che il ministero degli interni per controllare il territorio italiano quando c’era l’Isis deve fare accordo con mafia, ndrangheta e camorra perché gli mancano uomini per fare intelligence, questo è un grosso problema… Nel 2014 ho fatto una fatica gigantesca per far cambiare la legge per dare il Daspo a chi aveva commesso omicidi, furti, mano armata, spaccio di droga nei precedenti cinque anni. Erano soltanto colpibili i reati da stadio, e questo faceva ridere. Questi signori si sono arricchiti fuori dall’Italia, le quarte generazioni hanno studiato nelle migliori università del mondo, ma allora liberiamocene in Italia, diamoci una dignità vera. Abbiamo ancora molto da recuperare, questo è un paese che può fatturare tantissimo attraverso turismo e bellezza. Dobbiamo cominciare a sfruttare le bellezze di Napoli e della Campania, la terra dell’eccellenza lasciata in mano alla disperazione.
Come si fa a pensare agli stadi con questi episodi di violenza? Se non ho certezza su chi frequenta il mio stadio, ma perché devo investire 300mln nella costruzione di una struttura capace di vivere sette giorni su sette? Qui torniamo al solito discorso. Gravina in tre anni e mezzo non ha fatto nulla. Perché il governo non adotta la stessa legge degli anni ’60 in Inghilterra? Se accade… ecco 100 milioni per il Maradona. Io sono stato al gioco: nel 2008, con l’ingegnere che fatto restauro Hotel Gallia di Milano, ho fatto un progetto mai preso in considerazione. Poi Crimi, tesoriere di Berlusconi, scrisse legge per gli stadi, poi governo cambiò e a un certo punto ci siamo ritrovati col sindaco attuale di Firenze che prese in mano questa legge rendendola inattuabile. Una volta presentai un progetto con lo stesso architetto dello Stadium di Torino che vanta 39mila posti. Io ne pensai uno da 40mila posti. De Magistris, populista preciso, prese il mio progetto da 70 milioni di euro, manco lo prese in esame, lui ne voleva uno da 55mila posti, nonostante le mie indagini e ricerche che avevano portato un contesto di media frequenza di circa 33mila presenze allo stadio. Con questo governo è difficile fare dei ragionamenti.
Nel 2004 con 37 milioni miei presi un pezzo di carta, tornai da Los Angeles e il Napoli non esisteva, Galliani mi prestò un calciatore, comprammo le magliette dal tabaccaio, facemmo la squadra con tre settimane di ritardo, ci allenammo sui campi dell’Ariston di Paestum. Io di calcio non sapevo nulla, venivo dal cinema e a scuola giocavo a basket. Papà mi portava da piccolo a vedere il Napoli, c’erano tanto colore allo stadio. In me, bambino, il Napoli veniva presentato come fatto rappresentativo, ma io non sapevo giocare a calcio. Chi non sapeva giocare faceva l’arbitro, ecco perché gli arbitri non hanno personalità! Io non farei mai l’arbitro. C’è un altro problema da affrontare: perché i ragazzi da 8 a 17-18 anni stanno abbandonando la visione del calcio? Perché al comando c’è chi è vecchio e non li conosce. Chi fa il capo non ha il tempo di frequentare in famiglia figli e nipoti. Per me è facilissimo, ho casa piena di nipoti. Facendo produttore è un costante studio che portiamo avanti. Bisogna capire che questa partita di calcio è diventata per i ragazzini, che sento parlare, una rottura di palle che non finisce mai. Ceferin deve verificare, faccia un indagine, che si fa, si cambia calcio? Si parla di calcio femminile, lo hanno reso professionistico, ma chi ha i soldi? La formula 3 compete con la formula 1? No, sono i piloti che crescendo arrivano in alto. Ma una squadra che sale non può essere competitiva. C’è un mondo da cambiare a cominciare dalle partite tipo facendo tanti cambi. Che abbiamo a fare 30 giocatori se poi non giocano? Poi si dice: De Laurentiis ha giocato gente sbagliata o quello ha fatto solo quattro partite o l’allenatore fa figli e figliastri. No, sono sbagliate le regole. Bisogna svecchiare tutto a partire dai vertici. In tv io cambio canale, sono tutti vecchi, ci fosse uno di 18 anni che parlano della partita…sai che bellezza. Invece no”.
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