Il Rally Dakar continua a evolversi e, dopo aver presentato il percorso della sua edizione 2026, introduce una novità destinata a cambiare il modo di affrontare le tappe più insidiose: i pit stop. Una decisione pensata per mantenere alta la durezza della gara, ma con condizioni più equilibrate per tutti i partecipanti.
Il tracciato del 2026 prevede 13 tappe più un prologo, con l’obiettivo dichiarato di rendere entrambe le settimane di gara ugualmente impegnative. Tornano la giornata 100% sabbia e la tappa marathon, che costringerà i piloti a passare la notte in un campamento refugio, una zona spartana senza assistenza meccanica, dotata solo di tenda, sacco a pelo e una razione militare.
Ciò che però preoccupava maggiormente i concorrenti era il ritorno delle pietre, dopo un’edizione 2025 più clemente. Ricordi ancora vivi, come la giornata durissima del 2021 in cui Sébastien Loeb subì tre forature già nella tappa 1, hanno spinto l’organizzazione a intervenire. David Castera, direttore del Dakar, ha spiegato che sono state eliminate le sezioni più estreme e che è stata introdotta una soluzione innovativa: una zona di pit stop nelle tappe 1, 2 e 11, tutte caratterizzate dalla presenza di rocce.
In questi punti, i camion di assistenza potranno attendere i propri piloti per permettere loro di cambiare o sostituire tutti gli pneumatici, anche quelli di scorta, accettando ovviamente il tempo perso per l’operazione. L’obiettivo non è eliminare le forature, ma evitare che un’intera classifica venga stravolta in un solo giorno.
Le pietre saranno quindi nuovamente protagoniste, soprattutto nelle tappe iniziali e nella delicatissima giornata 11, a soli due giorni dal traguardo: nessuno potrà permettersi di abbassare la guardia.
Sul fronte tecnico, Armand Monleón, copilota di Toby Price nel team Toyota Gazoo Racing, ha sottolineato i progressi compiuti da BFGoodrich: pneumatici più robusti e affidabili, già messi alla prova con ottimi risultati nel Rally del Marocco. Resta però un punto di attenzione: gomme migliori significano ritmo più alto, e questo potrebbe portare ad altri tipi di errori o problemi meccanici.
La Dakar 2026 si prepara così a una sfida che mescola tradizione e innovazione, con l’intento di garantire spettacolo, equilibrio e una battaglia aperta fino all’ultima speciale.
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