Fulvio Collovati, campione del mondo ’82, ex difensore di molti club importanti – Milan, Inter, Roma –, oggi opinionista Rai, ha rilasciato una lunga e articolata intervista a Panorama, in cui passa in rassegna la Nazionale e la nuova stagione di Serie A. Di seguito i punti salienti.
Collovati vede con favore il potenziale offensivo dell’Italia, grazie a giocatori come Retegui e Kean: “facciamo tanti gol e creiamo tante occasioni”, dice. Tuttavia, il grande punto debole restano i gol subiti: “disattenzioni difensive incredibili”. Critica anche lo stile difensivo moderno, che punta troppo al gioco costruito dal basso, spesso con passaggi all’indietro, piuttosto che con solidità e verticalità.
Sulla possibilità di qualificazione per i Mondiali: Collovati è ottimista. Pur prevedendo lo spareggio, crede che lo spirito combattivo mostrato sia sufficiente per arrivare fino in fondo.
Il Napoli è il club che per Collovati ha fatto meglio. Decisamente favorito per lo scudetto, grazie ai rinforzi e alla compattezza già mostrata nelle prime giornate. Tuttavia, nella competizione europea ha sempre mostrato qualche difficoltà: “Già col City vedremo cosa farà”.
L’arrivo di Gasperini alla guida della Roma è per lui “la sfida che intriga di più”. Dopo il buon rendimento con Ranieri, Gasperini potrebbe dare quel qualcosa in più, a patto che gli venga lasciata la tranquillità per lavorare. Collovati lo giudica come una possibile vera sorpresa del campionato.
Sul Milan, Collovati riconosce gli aspetti positivi: centrocampo solido, un allenatore come Allegri che può garantire continuità e un posizionamento tra le prime quattro. Però manca “un attaccante da 20-30 gol”, qualcuno che faccia la differenza davvero, come è stato per esempio il profilo di Vlahovic.
Un capitolo a parte merita il Como, che secondo Collovati “sta facendo innamorare tutti”. Lo paragona a una futura Atalanta: non ancora squadra da Europa, ma certamente capace di inserirsi nella parte alta della classifica, nelle prime dieci posizioni.
Tra nostalgie e speranze, Collovati conclude con una critica al sistema calcio italiano: si importa troppo, si crede poco nei giovani, e quando uno di loro emerge, spesso se ne va o non gli si dà fiducia (l’esempio della Next Generation della Juve e del giovane Hujsen che finisce al Real Madrid). Serve più coraggio.
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