Ciro Immobile è tornato in Serie A e ha scelto il Bologna per rilanciarsi dopo l’esperienza in Turchia. Durante la conferenza stampa di presentazione, il bomber ha spiegato le ragioni della sua scelta, le aspettative per la nuova stagione e il suo ruolo all’interno della squadra.
Immobile ha subito chiarito cosa lo ha spinto a lasciare il Besiktas e tornare nel campionato italiano. "La molla è stata il fatto che avevo ancora bisogno di sentirmi stimolato dal campionato italiano, da quello che vive il campionato italiano intorno alla quotidianità, parlo in generale, di quella minima di pressione e sensazioni che hai quando prepari una partita o giri per la città. Lì stavo un po’ perdendo e quindi avevo bisogno di avere questi stimoli e di finire bene il percorso che ho fatto nella mia carriera. Quando si è avverta l’opportunità di venire qui l’ho preso con molto entusiasmo. Non c’è stato bisogno di convincermi, ero convinto già di questa scelta perché ho visto giocare Bologna gli ultimi due anni e ho visto quello che la società, come ha lavorato, ho visto l’entusiasmo che c’è intorno alla città, alla squadra e per tutta la città e questo mi ha dato quello che in pratica stavo cercando. Quindi arrivo con grande entusiasmo, porto la mia esperienza in aiuto della società, della squadra, del mister e del suo staff e quindi sono certo che faremo un bel lavoro insieme."
Alla domanda sulla pressione, Immobile ha risposto: "Ci sono alcuni calciatori che hanno bisogno di quella pressione, tra virgolette pressione, nel senso di sentirsi sempre con l’occhio addosso per fare bene, per cercare di mettere a disposizione le mie qualità della squadra. Il fatto che probabilmente anche lì in giro per la città magari capivo poco la lingua, magari è possibile che ci fossi anche lì, però era difficile per me capirlo. E quindi avevo bisogno di questo. So che a Bologna non c’è questa pressione, come hai detto tu, però so che la gente ci tiene alla squadra e questo mi basta per dare il meglio."
Immobile non nasconde le sue ambizioni personali e il desiderio di tornare protagonista anche in Nazionale. "È importante, come ha detto il direttore, lo storico è importante. Bisogna sempre imparare e seguire quello che è stato per poter esprimere al meglio quello che si è. Io l’ho sempre fatto, anche nel passato ho cercato di migliorarmi per scalare le classifiche e mettermi a paragone con gente di altissimo livello, calciatori di grandi campioni che hanno fatto la storia di questo sport. Quindi è importante per me seguire quei passi e non essere uguale a loro, ma cercare di prendere il meglio, di imparare e portarlo con me nel mio percorso qui. È ovvio che ci penso perché giocare un Mondiale per me sarebbe la conclusione di una stagione significativa e importante con il Bologna perché tutto quello che passa da quello che poi sia la Nazionale passa da qui, dal quotidiano, da quello che vivo nello spogliatoio con i miei compagni qui, con quello che riuscirò a fare insieme a loro in campo. Più le cose andranno bene qui, più troverò vantaggio io, ma come tutti i miei compagni."
Alla domanda sulle critiche ricevute nelle ultime stagioni, Immobile ha risposto con fermezza: "Nella mia carriera come ho dimostrato non sono mai stato uno che ha parlato a sproposito in televisione o sui giornali, e di questo me ne dovete dare atto, ho sempre dimostrato tutto quello che c’era da dimostrare sul campo. Spero che con l’aiuto della squadra riuscirò a farlo anche questa volta."
Immobile si è soffermato anche sul rapporto con i giovani attaccanti del Bologna, come Castro e Dall’Inga. "Io penso che Castro e Dall’Inga sono due giocatori forti, che sono giovani e che non devono avere le pressioni addosso del fatto che io sia arrivato qui. Come ha dimostrato bene il mister, tutti hanno la possibilità di giocare. Come ha detto il direttore, abbiamo quattro competizioni e io ho la fortuna di imparare da loro, non imparare, ma nel senso seguire il loro entusiasmo che hanno e che mi ricorda a me alla loro età. Loro allo stesso modo hanno la fortuna di poter capire che non si è mai vinti, che ci si può sempre migliorare fino a qualsiasi età, che bisogna dare il massimo per guadagnarsi il posto e quindi potrebbe, no potrebbe, deve essere uno stimolo per loro per riuscire a fare bene, perché facendo bene tutti e tre diamo una mano alla squadra e si possono raggiungere risultati."
Immobile ha anche raccontato il suo primo confronto con il mister Vincenzo Italiano: "Il mister sì, ci siamo detti le nostre preoccupazioni a vicenda, nel senso che lui ovviamente era non preoccupato, mi ha messo nelle condizioni di decidere, dicendomi alcune cose che io già sapevo, nel senso che io gli ho detto che visto da fuori il Bologna, non conoscendo la squadra, mi è sembrata una società seria e una squadra che si vuole bene, perché una squadra come il Bologna che raggiunge determinati risultati vuol dire che ha qualcosa dentro all’interno del centro sportivo e dello stadio che è una scintilla che ti fa fare qualche punto in più, una vittoria in più, è quello che mi è piaciuto di più, perché le squadre che vincono hanno sempre una motivazione dentro, il fatto di aiutarsi l’uno con l’altro, un progetto societario, un qualcosa che ti fa sentire di più l’attaccamento alla maglia, alla città, e quello è quello che mi è piaciuto di più."
Il sogno di Immobile resta quello di vincere la classifica cannonieri e di aiutare il Bologna a raggiungere i suoi obiettivi, portando esperienza e voglia di riscatto.
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