Calcio&Finanza: stop per il “Decreto crescita”

Secondo "Calcio e Finanza" il Decreto Crescita è sì destinato a cadere o ad essere quantomeno modificato nella sua sostanza
Ministero dell’Economia e delle Finanze, MEF (Photo by Armin Weigel/picture alliance via Getty Images)

Secondo “Calcio e Finanza” il Decreto Crescita è sì destinato a cadere o ad essere quantomeno modificato nella sua sostanza, ma queste novità non dovrebbero riguardare il mondo del calcio italiano come invece precedentemente immaginato da più parti e fonti. Il pallone nostrano dovrebbe perciò continuare ad usufruire dei vantaggi fiscali: il portale sottolinea che, in un passaggio del comunicato governativo reso noto al termine del Consiglio dei Ministri, si legge che rimarranno “invariate le disposizioni per i ricercatori, professori universitari e lavoratori dello sport già previste”. Niente tetto da 600mila euro come grande discriminante: l’intero areale dei calciatori professionisti che spostano la propria residenza in Italia proseguirà nel vedersi risparmiato il 50% della quota lorda. Tre le condizioni aggiuntive per vedersi riconosciuti i vantaggi del decreto: l’essere stati residenti all’estero nei due periodi d’imposta precedenti il trasferimento in Italia; l’obbligo di permanenza in Italia per due anni a seguito del trasferimento di residenza e lo svolgimento dell’attività lavorativa prevalentemente nel territorio italiano.

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