Antonio Capuano: “Il mio cinema indipendente. Pasolini punto di riferimento assoluto”

Il regista napoletano Antonio Capuano racconta la sua visione del cinema indipendente e l'influenza di Pier Paolo Pasolini sul suo lavoro.

Antonio Capuano ha recentemente condiviso riflessioni sulla sua carriera e sull’influenza di Pier Paolo Pasolini nel suo lavoro. Capuano ha esordito nel mondo del cinema nel 1991 con “Vito e gli altri”, un film che esplora la difficile vita dei bambini di strada a Napoli. Questo debutto gli ha valso il riconoscimento alla Settimana Internazionale della Critica al Festival di Venezia. Successivamente, ha diretto opere come “Pianese Nunzio, 14 anni a maggio” (1996), “Polvere di Napoli” (1998) e “Luna rossa” (2001), quest’ultimo nominato per il Leone d’oro alla 58ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Nel 2005, con “La guerra di Mario”, ha vinto il Premio dei critici al David di Donatello. Altre sue opere includono “Giallo?” (2009), “L’amore buio” (2010), “Bagnoli Jungle” (2015), “Achille Tarallo” (2018) e “Il buco in testa” (2020). Nel 2022, ha ricevuto il David speciale per il suo contributo al cinema italiano. 

L’influenza di Pier Paolo Pasolini

Capuano ha spesso sottolineato l’importanza di Pier Paolo Pasolini come punto di riferimento nella sua carriera. In un’intervista a La Repubblica ha dichiarato: “Per me Pasolini è un punto di riferimento assoluto, perché è il primo intellettuale italiano a essersi confrontato con la cultura sottoproletaria, ad essersi avvicinato ad essa con umiltà”. Ha aggiunto che, dal punto di vista figurativo, sente Pasolini talmente “suo” che è difficile spiegare l’influenza diretta, ma riconosce un forte canale di comunicazione con l’autore.

Il cinema indipendente e la realtà sociale

Il regista ha sempre privilegiato storie marginali e al limite, trovando ispirazione nella realtà quotidiana piuttosto che nel cinema stesso. Ha affermato: “Non mi richiamo mai al cinema quando scrivo o giro: mi piace la realtà, mentre i riferimenti al cinema sono una cosa un po’ necrofila”. Tuttavia, riconosce che i suoi film e autori preferiti, come Pasolini, il primo Godard, Scorsese, Woody Allen, Chaplin e Leone, influenzano inconsciamente le sue azioni. 

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